Serenità, scoperta della serenità, prima grande sconosciuta, neanche immaginata. Giorni delle feste nel silenzio, è finita la frenesia, sono finiti il delirio, i rumori, i clacson nella via, i nervosismi delle persone incontrate fuori, fuori dalla mia casa.

Silenzio che apprezzo tantissimo, nel silenzio e mi accorgo che oggi l’apprezzo ancora di più, perché c’è il silenzio dentro di me. Silenzio che prima avrebbe fatto paura, invece ora no, mi piace, perché nel silenzio e nella compagnia di una persona molto cara con cui ho sentito e sento di condividere pienamente quello che penso, quello che nel tempo, in decenni, ho costruito, migliorato, scoperto dentro di me e che continuo ogni giorno a fare, a migliorare ed anche quello di bello che ho costruito, creato fuori di me, nella casa dove vivo, che apprezzo, che vedo ogni giorno come se fosse la prima volta, dentro e fuori di me, e che posso condividere con gioia e serenità, sapendo e ricordando benissimo da dove sono partita, da come ero, come ero.

 

Ecco, tutto questo è stupendo, incantevole, stupefacente. Ogni volta è una volta nuova e questa è ancora più nuova, ancora più stupefacente, direi miracolosa. Io so che ho ancora tantissimo da fare, da scoprire, da migliorare, vado avanti. Comincio a capire meglio che la vita è mia, veramente mia, nelle mie mani, nei miei pensieri, nelle mie azioni, possibilmente senza le omissioni che sono state già molte ed abbastanza pesanti e che mi hanno poi portato ai rimpianti ed anche ai forti sensi di colpa.

 

Andare avanti e continuare a fare pulizia del mio bagaglio, delle mie costruzioni, delle mie assurde abitudini che hanno solo reso il mio bagaglio interiore più pesante di un forziere di ferro, pieno solo di massi di granito, granito del comando, granito dell’invidia, granito dell’arroganza, granito dell’orgoglio, granito della prepotenza, granito del sentirmi di meno, granito del sentirmi di più, tutti massi di granito che, tutti insieme, si sono attaccati formando un unico grande granito dell’ignoranza di me, all’interno del  grande forziere di ferro che mi sono portata dentro senza neppure accorgermene, senza vederlo, senza capirne il peso, senza capire lo spazio immenso che aveva occupato dentro di me.

Decenni di lavoro di Carla per farmi vedere tutto questo, con delicatezza ed alcune volte con decisione, perché io non volevo assolutamente né vedere né sentire, tanto ero testarda e prepotentemente attaccata, incollata, saldata al mio forziere di ferro pieno di pesi. I macigni sono stati da lei, con le sue parole, piano, piano, piano, e continua a farlo, scalfiti, sgretolati senza che io me ne accorgessi, ma oggi ne sono veramente cosciente, ed è un miracolo. Miracolo che so che continuerà con altre sgretolature, perché io possa arrivare ad essere veramente me stessa, un essere umano con un cuore leggero, senza scorie, un essere umano che cammina in questa vita, anche in questa vita, in questi momenti veramente terribili, in cui, finalmente, riesco a muovermi senza la paralisi della paura che mi aveva bloccata, paralizzata per lunghi mesi. Grazie Carla, grazie di tutto il tuo grande amore, unico, speciale.

 

Gianna

 

 

 

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Numero: 1

Anno:  20°

Data: 2021.06.01

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