RICORDI DEI NOSTRI GENITORI LA STORIA SI RIPETE

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P A G I N A

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Svegliarmi, alzarmi, ma con dentro un’altra paura che da settimane, e che da giorni è ancora più stringente, mi attanaglia, come attanaglia milioni di persone, la paura di una nuova guerra in Europa. Da giorni è diventata la prima notizia, più diffusa, in tutti i programmi radiofonici e televisivi, ed è il primo aggiornamento che vado a cercare su Google, aggiornamento sullo stato degli attuali incontri diplomatici per scongiurare la guerra, aggiornamento sui movimenti militari in Europa e fuori. Paura nuova, che si è aggiunta a tutte le altre che l’hanno preceduta, ma che ancora persistono. Non è bastato e non basta il Covid che continua a farci vivere nella paura da due anni, non sono bastati e non bastano tutti i problemi che ognuno ha e che deve affrontare ogni giorno, per andare avanti, no, ora c’è anche questa, forte, dominante paura su tutte le altre che ancora sono dentro di noi, dentro di me. Paure pesanti che ti accompagnano ogni giorno e che non ti fanno dormire bene la notte, che ti rendono difficile il fare, il fare che devi fare, paure che ti rendono sempre più difficile il pensare, programmare il presente, figuriamoci il futuro, ma devi andare avanti sentendo dentro di te il peso di queste paure ed insieme sentire anche una piccola speranza, che la guerra non ci sia. Piccola, come un lumicino in una notte buia senza stelle, senza luna. Ci mancava solo questa. E tutto con una domanda, con tante domande, perché? Domande cui pensi di avere una risposta, tante risposte, ma che non ti tolgono di dosso la paura. E ricordarmi, di colpo, i racconti di mio padre sull’ultima guerra mondiale che lui ha vissuto, i racconti sui luoghi dove lui, giovane ventenne, ha combattuto, strappato dalla sua terra, dalle sue pecore, per andare al fronte, come migliaia e migliaia di giovani della sua età, per combattere, per uccidere gli altri giovani come lui che stavano dall’altra parte del fronte e che gli avevano ordinato di uccidere se non voleva essere lui fucilato come traditore, perché non voleva ubbidire a quegli ordini. Ecco, questi racconti mi sono tornati in mente, ero molto giovane e facevo una grande fatica ad ascoltarlo, avrei voluto fare altro, fare quello che io desideravo fare alla mia giovane età, e non volevo stare lì ad ascoltare quei racconti. Ora mi rendo conto quanto fossero terribili, dolorosi e strazianti e mi ritornano alla mente le espressioni del suo viso, i suoi occhi lucidi di lacrime e la sua mano che stringeva il bicchiere di vino mentre parlava, raccontava, seduto a tavola con noi. Raccontava la sua vita di soldato, di giovane soldato sbattuto al fronte, in trincea, al freddo, alla fame, con i pidocchi e le pulci addosso, in mezzo al fango e alla neve, con la rabbia dentro per quello che era costretto a fare, per non essere lui ucciso, a sua volta. Molti dei suoi racconti mi sono tornati alla mente e me ne tornano ogni giorno di più, non li ascoltavo come sicuramente lui avrebbe voluto che li ascoltassi, io pensavo ad altro, ma ora mi rendo conto quanto invece mi siano entrati dentro, dimenticati per anni. Ed ora, ora che da giorni si sente parlare prima di tutto di una possibile guerra, nuova guerra, con armamenti tecnologicamente avanzati, ancora più micidiali, tutto, a puntate, riaffiora dalla mia memoria e mi fa pensare alla paura, al freddo, alla fame, alle malattie che mio padre, come tanti padri, hanno allora sofferto, ci penso oggi, anche se l’ho sentito raccontare più di sessanta, cinquanta anni fa. Oggi sono io nella paura e, nonostante viva in una casa riscaldata, sento tanto freddo dentro.

 

Gianna

N.ro:     1
Anno:  21
Data: 2021.03.16