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P A G I N A

IL DOLORE EVITATO CON

IL NOSTRO LAVORO INTERIORE

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P  A  G  I  N  A

 

 


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Come si fa a non avere il cuore gelato a vedere ciò che sta accadendo. Vedere persone innocenti straziate dal dolore, dalla paura, dallo sconvolgimento e da tutto ciò che provoca una situazione come questa.

Messaggi continui e incessanti.

Ieri stavo battendo al computer gli scritti miei e di mamma per il nostro giornale, frutto di un lavoro interiore, e perciò teneri e di buon cuore e in sottofondo avevo la TV accesa che snocciolava le notizie che arrivano sulla guerra. E tutto strideva come non mai, perché sentivo ancora di più una lontananza da tutto questo. Mi rendevo ancora più conto di quello che facciamo e di quanto smantelliamo man mano tutto ciò che ci allontana dagli altri, che ci fa vivere male e che ci crea dolore.

Io non ho vissuto la guerra, ma mi ricordo molto bene i racconti di mia nonna, di quello che ha vissuto, di ciò che vedeva per le strade, di suo marito morto a 37 anni a causa della guerra e lei a 35 anni è rimasta vedova con una bambina di 7 anni da crescere da sola.

Io la ascoltavo tra l’incredulo e lo sbigottito perché per me erano cose non conosciute, di un’epoca per me lontana.

E ora eccoci qua: copia a incolla. E penso alle tue parole, quando dici che se l’uomo continua a fare le guerre allora dov’è l’evoluzione?

Ed è un’escalation continua. Dopo 2 anni vissuti in una paura mondiale, devastante e continua, arriva qualcosa di ancora più terribile. Sempre più pesante.

Poi penso a mio papà, a quando è mancato. A quello che mi ha lasciato dentro la sua scomparsa.

È una cosa che non so spiegare, ma mi ha creato dentro una specie di sensazione di relatività, come un pensiero più concreto. Non so se è la parola giusta. Non riesco bene a trasformare in parola questa sensazione. Però sento un filo con lui. I suoi insegnamenti. Quello che ha vissuto e come lo ha vissuto. A tutta la sua vita e al momento in cui se n’è andato. Penso a questo. A tutto il dolore che ci evitiamo con il nostro lavoro interiore.

A tutto ciò che vivo meglio. Grazie a ciò che ho compreso finora. Che mi aiuta a stare in piedi, a maggior ragione in questo periodo.

Poi guardo il telegiornale e ringrazio di non essere com’ero prima. Spersa come una canna al vento.

 

Stefania

N.ro:     1
Anno:  21
Data: 2021.03.16