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Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

NUMERO 3 - anno 4° - Marzo 2006

PAGINA 3

 "Il vigliacco non sa mostrare amore, che è una prerogativa del coraggioso"  
Gandhi

 

 

Il non vissuto genera violenza

Oggi vediamo quanta violenza c’è nel mondo.
Basta guardarsi attorno per esserne convinti: viviamo in una costante atmosfera di aggressività. 
È naturale che venga da domandarsi perché mai una persona diventi prepotente. 
Forse che la furia fa parte della natura dell’uomo?
Io non credo che una persona nasca già aggressiva.
No di sicuro. Certamente ognuno nasce con una sua personalità ed una predisposizione. 
Ognuno ha il suo Dna, diciamo. 
Però tutto si può cambiare e migliorare.
Vediamo che una persona è diventata violenta quando ha fatto qualcosa di brutto. 
Allora ci rendiamo conto che da questa persona è scaturita una certa quantità di violenza. 
Però, se andiamo a monte, vedremo che una persona diventa violenta quando nel percorso della sua vita è impedita, non si sente realizzata; ossia quando non riesce a vivere i propri sogni. 
Allora queste cose diventano frustrazioni.
Infatti sono le frustrazioni che si scatenano e diventano violenze. 
È il non vissuto.
Il discorso è complesso, perché, interpretando male questo concetto, verrebbe da dedurre che una persona per star bene dovrebbe fare tutto quello che gli passa per la testa. 
No! 
Quando io parlo di sogni non vissuti, io parlo delle capacità che ha una persona, ossia la creatività che ha dentro, che deve essere incanalata bene e vissuta, perché il pittore ad esempio che non si esprime, ed è costretto a fare l’elettricista, non che fare l’elettricista sia sbagliato, per chi lo sente è giusto, però per chi vuol fare il pittore, e deve fare un altro lavoro, è chiaro che non si sentirà realizzato, quindi si creerà attorno a lui tutta una vita di insoddisfazione, ed una persona insoddisfatta non può essere serena. 
Non può essere felice. 
Sarà nervosa, irascibile, tesa, irrequieta.
Quando incontriamo una persona un po’ nervosa, anziché reagire con altrettanta violenza, (il che vorrebbe dire che anche noi allora abbiamo uguale violenza, e non aspettiamo altro che l’occasione per poterla scaricare) dobbiamo cercare di comprenderla.
Quella persona è così per una certa causa. 
Forse ha litigato con qualcuno dieci minuti prima. 
Oppure è infelice per faccende sue. 
Chi è felice non è mai violento.
Nessun uomo in fin dei conti è cattivo. 
È che nel corso della sua vita ci sono state delle situazioni che gli hanno procurato dolore, incertezza, insicurezza, tanti fattori ci sono...
Un bimbo nasce già con un suo carattere. 
Poi è chiaro che la famiglia, la scuola, la società sono molto importanti...
La famiglia ha un compito molto delicato, difficile coi figli. 
Può essere che una famiglia, che vive in un certo modo, con una certa morale, con certi criteri solidi, non sia sufficiente a trasmettere certi valori. 
Può quindi accadere che quando i figli sono più adulti, più grandi, usciti da questo luogo, vengano coinvolti da altri ambienti. 
Così i ragazzini entrano in un’altra società che non è più quella instaurata dalla famiglia, e da tale contatto vedono ciò che televisione e giornali raccontano in tutto il loro squallore.
Questa nuova realtà, pur deprecabile, entra nella loro memoria, i loro sensi vedono, sentono, la loro
coscienza percepisce quello che i sensi mandano, e la coscienza lo trasmette alla memoria, e qui rimane registrato.
Il genitore che comprende bene questo meccanismo deve intervenire, e chiarire al figlio: “Guarda che quello che hai visto non è quello che accade, od è accaduto, nella tua famiglia. Quello che hai visto porta a queste conseguenze”.
Quindi spiegare sempre al ragazzino. 
Così il giovane capisce anche la correzione di quello che ha visto.
Qualcuno dice che davanti ad un bimbo si possono dire e fare molte cose, “intanto il bambino non ha ancora l’età per capire”.
Questa è la più madornale bestialità che si possa dire! 
Il bambino è un foglio bianco. 
Gli rimane impresso tutto ciò che sente, vede, tocca e fa. 
Tutto rimane registrato nella sua memoria, e questa registrazione sarà presente per tutta la vita.
Ora noi stiamo parlando di bambini, ma lo stesso meccanismo vale anche per gli adulti. 
I bambini sono importanti per la società, perché il nostro futuro è basato sui giovani, ma anche gli adulti devono osservarsi.
Devono esaminare quello che immagazzinano e valutare come lo vivono.
Molti osservatori sono dell’opinione che se un bambino nasce e cresce in una famiglia nervosa, agitata, violenta, lui a sua volta sarà così nella sua vita. 
Non bisogna mai dimenticare che quello che viene registrato dentro di noi c’è e rimane. Fortunatamente alcuni individui possiedono grandi capacità, tali da modificare il messaggio depositato nella propria memoria. 
È un processo complesso e difficile che viene portato avanti con molto dolore. 
Ma costoro sono in grado di superare un passato da dimenticare.

Carla Orfano De Rolandis

 

 

Paure

Elicotteri che ci volano in testa, un senso di costrizione, una cosa bella che si guasta, imbrattata dalla paura.
Ormai tutto è paura. La TV è paura, la strada è paura, il futuro è paura, la salute è a rischio e fa paura.
Paura di vivere, di andare, di respirare,di nutrirsi, di bere,di esporsi al sole, del domani che arriva,del buco nell’ozono e così via.
Ho visto la magnolia qui sotto, è tutto un bocciolo, è lì che aspetta marzo per farci vedere tutta la sua bellezza e pare che sia immune dalla paura. 
La natura và avanti e continua il suo percorso e senza pensiero né sensi non c’è la paura. 
Ma noi che vediamo, che sentiamo, che tocchiamo, che gustiamo, che sentiamo gli odori e portiamo tutto dentro, come facciamo a salvarci dalla paura?
Se dici di non aver paura, sei fregato perché comunque ce l’hai dentro e solo se la guardi te ne puoi salvare e comprendendola, vedendola e non negandola.
Quando mi sono detta che quella cosa non mi faceva paura era perché ce l’avevo e tanta, altrimenti come avrei fatto a pensarci? 
E mi sono fregata in pieno, perché le ho lasciato un campo di gioco ben grande ed ha vinto lei. 
La mia memoria era piena zeppa di paure, tante, troppe e poi a poco a poco, con la ricerca, lo spessore loro si è assottigliato, dandomi quel respiro che non avevo più, o meglio, che non avevo mai avuto. 
Ora vedo e sento, certo, quello che mi circonda, ma so che sono nella strada giusta per poter stare in piedi. 
Andare avanti voglio io, sempre, andare avanti e vivere bene con me stessa, anche in mezzo ad un mondo di paure.

Luigina

 

 

Questo mondo

In questo mondo quello che siamo veramente è sepolto da tutto ciò che abbiamo fatto nostro.
L' uomo non si sveglia neanche con i cannoni... se non li vuole sentire. 
Ma svegliarsi non è cosa di un momento, è un processo lento, lento. 
Ma può avvenire, se uno lo vuole veramente. 
Svegliarsi da cosa?
DALLA SUA INCOSCIENZA, dall'identificazione che continuamente egli crea.
Svegliarsi significa comprendere ciò che prima era abitudine. 
Svegliarsi! 
Difficile descriverlo....
Si può cogliere, si può sentire.
È cosi e basta, perché solo col cuore si incontra la verità. 

Enzo

 

Perché la gente si vuole così male?

Vedo in giro delle persone che potrebbero passare inosservate, se non avessero uno sguardo particolare.
Eppure non è solo dal fisico che una persona si riconosce, ma da ciò che ha dentro, dall'anima che ognuno di noi possiede. 
Il sapere che esiste qualcosa di diverso, di spirituale, come è l’anima, dovrebbe renderci felici perché grazie ad essa noi viviamo i sentimenti. 
Con l’anima vogliamo bene ai nostri simili, e l’anima ci fa parlare in un certo modo. 
Saper donare con il cuore, siano cose materiali che astratte, è una grande cosa. 
Purtroppo questi gesti di generosità sono rari. 
Vedo nelle persone tanta invidia, qualsiasi cosa uno faccia, in tutti i settori della vita, dal lavoro alla scuola. 
C’è una dilagante presunzione. 
Sono pronto a scommettere che chiunque si è macchiato di superbia, almeno una volta nella vita. 
È facile dichiarare: “io sono più bravo di te, non ti preoccupare: lascia quello che stai facendo, lo termino io” e magari quello che ha pronunciato questa frase era dieci volte meno esperto! 
Noto poi che si giudica gli altri, e poche volte controlliamo come siamo. 
Si sbaglia come tutti, e meno male, altrimenti pensa che noia. 
Se uno amasse di più la propria persona, sentirebbe più amore verso se stesso, amerebbe maggiormente ciò che fa, non guarderebbe solo gli altri, donerebbe anche solo una parola a persone che forse ne avrebbero bisogno. 
Troveremmo in noi potenzialità tali da eliminare l’invidia, i giudizi e la presunzione.
Il nostro cuore comunicherebbe con la nostra coscienza in modo tale da vivere sereni ed in pace, senza avere tutte queste ansie e paure che ci sono date al novanta per cento dall’esterno. 
Bisogna amare la propria persona e usare il cuore.

D. S.

 

 

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