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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

NUMERO 6-7-8-9  - anno 4° - Giugno-Luglio-Agosto-Settembre 2006

PAGINA 2

"L'ecologia è simile al sesso 
   ogni nuova generazione ama pensare di essere stata la prima a scoprirla"   
Michael Allaby

 

 

Veduta aerea

Veduta aerea: schifezze nel mondo, uomini come bestie, purtroppo ce ne sono ancora tanti.
Sentimenti contrastanti.
Luce del solo potessi purificare ogni cosa con il tepore dei tuoi raggi.
Pioggia potessi lavare via tutte le atrocità e le ingiustizie e le violenze e la sofferenza, lasciare tutto candido e immacolato, avvolto dal dolce e fresco profumo dell'amore.
Vicissitudini, scambi, collisioni.
Vuote vite oppure vite piene di sofferenza, caos, e cose non vissute.
Immagini di dolcezza, bisogno di pulizia, eliminare ciò che disturba, eliminare inutili pesi accentuati dal mio pensiero, eliminare il superfluo.
Pensare a me alla mia anima e al mio corpo che ho maltrattato parecchio riempiendolo di tensioni inutili.
Iniziare una nuova vita più presente a me stessa.

Morena

 

 

La campana della chiesa udita

Ho sognato per anni amore, ho sofferto da sempre questa mancanza, questa non chiarezza di poter aver la creatura donna, questa volta io nel mio grembo, ho sempre cercato io il suo grembo confuso poi con il sesso... l'anima lontana migliaia di miglia, la verità dell'altro e la mia lontana migliaia di miglia, solo ora gli albori della persona, della natura, dell'anima che l'altro porta... è una cosa impercettibile appena intuita, appena sfiorata, appena impercettibilmente vista .... è ancora lontana non sò neppure sé mai ci arriverò, sé mai risponderò felice sereno ad un incontro... 
... ora c'é altro ancora tant'altro, poltiglia, fecola di patate... tanto tempo tanti anni per vedere l'embrione di una conoscenza, tanto tempo per capire la mia tirchieria, la mia non offerta, la mia remora nel dare e presunzione dell'avere, tanto tempo gelido vissuto con una semplice e banale idea sessuale, primo banale appiglio della conoscenza dell'altro, tanto tempo....solo ora un piccolo cielo, la campana della chiesa udita, l'accoglimento della parte vera di me sovrastata da tutto questo tempo passato nell' altro mondo, un irrealtà che fà tutta la vita, un gesto allungato che rapprende tutta la vita, ora lo scopo è conoscere una creatura, le sue mani, la sua bocca, le sue parole... ora il gesto delle cose... la vista.

Nicola

 

 

Progetti. Il condividere

Fare progetti per esaudire i desideri. 
Se guardiamo le piantine della casa e del giardino, io e lui, le ore volano. 
È bellissimo! 
Mi chiedo se è la casa o è la nostra intesa, il nostro scambio di idee, di gusti, di opinioni, il nostro amore per il bello, per le cose fatte bene, fatte con amore per noi e per la natura.
È un gioco, un divertimento, un appagamento, un alternarsi continuo di linee e di forme, che cambiamo e trasformiamo fino a che non troviamo quella forma giusta per noi, quella che ci appaga veramente. 
Non c’è TV o film più bello e che faccia scorrere più velocemente il tempo e l’orologio corrono e noi non ce ne accorgiamo. È ora di andare a dormire e lasciamo sul tavolo quei fogli con i disegni a matita.
Siamo contenti, dormiamo bene.
È un nostro modo nuovo di comunicare, di condividere, di sentirci, di ascoltarci.
Mi rendo conto che non ho mai saputo che cosa fosse il condividere, forse lo vedevo verso me in un modo egoistico e, se ci penso, ci voleva così poco e ci ho messo una vita per capirlo!
Se l’altro non ti sente partecipe, non ti sente con lui, che condividere è mai? 
E di che cosa?
È un bellissimo miracolo!

Luigina

 

 

Il mio doppio

Nella vita la persona con cui convivi e ti accompagna lungo il cammino, non è casuale; non è a caso che scegli la persona con cui vivere.
L'incontro con lui è l'occasione che mi da' la vita per essere aiutata a crescere.
La convivenza è una crescita, uno scambio, un confronto, bisogna imparare ad osservare ogni giorno, quello che il compagno ci suscita, come si comporta, quali reazioni si hanno, quello che mi da' fastidio o che mi crea contrasti con lui.
Solo così posso vedere i miei errori e quello che sono capace di dare.
La convivenza è fatta di crescita reciproca, se vissuta nel modo giusto, serve a questo.
Se la Natura mi ha dato questo dono è giusto che lo si segua, che lo si rispetti.
Nella convivenza c'è la ricerca nell'altra persona di quello che desidero e mi manca, c'è quell'attrazione per il soddisfacimento dei nostri bisogni.
È così, e ci si innamora per soddisfare il bisogno.
Sembra paradossale ma l'innamoramento potrebbe essere un mendicare.
Così la persona non sappiamo neanche chi è.
Ma chi cavolo è? 
E io cosa voglio da te?
Capire che è un prendersi per mano, costa molta fatica.

Gabriella

 

 

L'invidia è superficialità

L'invidia si nutre di apparenze, ora si vede meglio. 
Tutto quello che invidio di qualcuno è solo quello che vedo all'impatto, ma dietro cosa c'è?
Dietro un bel vestito o un lavoro che sembra migliore del mio, cosa c'è? 
Ci sono magari situazioni di difficoltà e sofferenza, di grandi fatiche e rinunce.
Ma io invidio, intenta come sono a farmi fregare dall'apparenza, ed ho capito che questo meccanismo avviene per tutti. 
Magari mi sento dire, che bella casa, e come è ben arredata, ma non sanno tutta la fatica ed il lavoro che c'è stato prima.
È così per tutti. 
Ma allora l'invidia ti fa' invidiare l'apparenza! 
Ma che cavolo di trappola mortale, è la peggiore delle trappole, è l'inganno sovrano dell'umanità intera.
L'inganno... e si cade costantemente nell'inganno, crudele e continuamente mutevole.

Gabriella

 


Mano nella mano, tra Nefertiti e il marito Amenofi IV

Inizia la comprensione

Quello che penso è mio, è una mia creazione, l’ho fatta io, mi sono tuffata sui miei pensieri, nuoto dentro di loro, li respiro, mi nutro di loro, mi crogiolo dentro come dentro il ventre di mia madre, sono loro come ero di mia madre prima di nascere, per me non è mai stato concepibile non pensare di essere i miei pensieri come per un bambino prima di nascere è impensabile quello che c’è fuori. 
Solo che il bambino sta bene dentro il ventre materno, si sente protetto…i miei pensieri creano dolore eppure non riesco a staccarmene, attaccata come una cozza, anzi, peggio, penso di essere io la cozza. “Io sono i miei pensieri” ho sempre creduto…l’abitudine mi ha fatto credere questo….
eppure se c’è così tanto dolore dentro di noi ci deve essere un motivo, non penso che l’uomo sia fatto per soffrire quindi ci deve essere una soluzione alla sofferenza…
e se il dolore arriva da noi anche i pensieri sono nostri…comprendere il meccanismo dei pensieri è fondamentale perché, mi sembra di intuire, solo così potrà cessare la sofferenza. 

M. B.

 

 

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