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Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

NUMERO 2 - anno 5° - Febbraio 2007

PAGINA 1

   "La libertà significa responsabilità:
   ecco perché molti governanti la temono"   
George Bernard Shaw

Globalizzazione

Ovunque nel mondo oggi troviamo supermercati forniti, come in ogni altro luogo: abiti, alimentari, giocattoli, leccornie e tanta tecnologia. 
Questa viene chiamata globalizzazione.
Nelle grandi città del pianeta svettano verso il cielo colossali grattacieli, ed ai loro piedi sorgono case povere, addirittura capanne. Al loro interno non mancano televisori e frigoriferi.
Tutto ciò fa riflettere: se da un lato è sacrosanto il diritto che ogni essere umano ha di poter vivere un certo benessere, è altrettanto giusto considerare cosa mette nella propria memoria, cosa registra in sé vedendo la televisione che gli mostra immagini e luoghi dove sembra vi sia il paradiso.
Se noi guardiamo la fotografia di un luogo nel quale non siamo mai stati, si aggiunge con l’immaginario un qualche cosa di meglio o più bello di ciò che i nostri occhi stanno osservando.
Stranamente l’aggiunta non è mai sul negativo. 
E’ per questo che a volte andiamo in posti nuovi e ne rimaniamo delusi.
Questo significa che chi guarda la Tv dalle capanne sicuramente aggiunge.
Nella loro memoria in modo incosciente registrano e iniziano a far nascere, giustamente, il desiderio di possedere o volere le cose che sentono giuste, ma lontane.
E per l’uomo continua un percorso di ripetizione già avvenuto in America, ed Europa.
Noi a stento iniziamo ora a capire cos’è il consumismo, e dove ci sta portando la tecnologia usata male. C’è un’incoscienza che guida l’uomo in questo percorso, malgrado il riscaldamento tangibile della Terra, l’ inquinamento dell’aria e la confusione che si sta instaurando nelle menti al punto che la società perde la dignità di chiamarsi umana. Le conseguenze le vediamo dalle memorie che si esprimono in fatti che inorridiscono chi ha ancora del buon senso.
La memoria ci ricorda ciò che è registrato in essa, ma chi non è cosciente di questo meccanismo, vive qualsiasi bruttura come fosse un suo diritto.
Molti paesi dell’Oriente sono in grande espansione tecnologica, e fra queste vi è l’India.
Camminando per le vie di Mumbai, od altre città dell’India, ci si rende conto che questa terra pur essendo molto antica nelle sue tradizioni spirituali, sta affrontando una nuova era. Negli anni sessanta, quando in Europa iniziava il periodo del consumismo, alcune persone desiderose di non perdere la propria identità cercavano luoghi sereni, e trovavano nel misticismo indiano l’equilibrio interiore che in Europa si stava perdendo. I Beatles erano tra costoro. 
Oggi l’India è in fase di consolidamento economico. 
Le donne usano meno il sari e preferiscono i jeans, e per fare 10 chilometri in auto ci vuole circa un’ora e mezza, tanti sono i veicoli che intasano il traffico.
Osservo questa terra. 
Qui è progredita un’antica filosofia che allegoricamente ha saputo rappresentare la vita dell’uomo iscritta in un cerchio, che, come un anello, non ha inizio né fine. 
In questo cerchio l’uomo continua a camminare ed a correre e pensa di andare lontano senza rendersi conto che in realtà si muove in un piccolo spazio. 
Ripetiamo le medesime cose da incoscienti e non ci rendiamo conto che corriamo senza conoscere.
Il samsara è l’inganno che l’uomo si crea della vita.
Per trovare lo spirito profondo dell’India bisogna uscire dalla grandi città ove aleggiano ancora i profumi, e gli odori caratteristici di questa terra, e lasciarsi assorbire dalla sua antica saggezza.
Peccato che nel mondo si pensi ancora poco alla globalizzazione della coscienza dell’uomo.

Carla Orfano

 

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