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Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

N° 2 - anno 12° - Agosto 2013

PAGINA 5

   "Vedo ciò che è meglio, e lo lodo. Ma perché io faccio sempre peggio?"   
Tertulliano

Il mio cammino

Mi rendo conto che se non avessi camminato in avanti mi sarei sentita schiacciata da tutto questo. 
Dopo un momento iniziale di sconforto e di dolore, che mi stava riportando lì, dove ho sempre vissuto, sono tornata a me. 
Ho visto le azioni e le reazioni che si sono susseguite, che sto comprendendo nel prima e nell’adesso. 
Una volta mi sarei fatta inghiottire da tutto questo casino, perché non esistevo. Ero solo un’entità, in mezzo al loro casino. 
Ma ora i contorni, che allora sentivo sfumati, li sento vivi. 
Comprendo quello che mi è stato detto, comprendo sempre di più questo punto di vista, che mi rendo conto avevo escluso dalla mia conoscenza, essendo immersa in uno solo. 
Ma questo non vuol dire perdere la bussola. Vedo che solo con la comprensione posso districarmi in questo casino. 

 

S. P. 

 

 

Trascinare l'esistenza

Quando Carla diceva: ma avete ringraziato il cielo che oggi ci mostra il sole? 
Il sole? “C’è tutte le mattine”, dicevo a me stessa. 
Ma perché mai dice queste parole? 
Certo che lo sappiamo che il sole sorge tutte le mattine. 
Ed il suo discorso finiva lì. 

Quando non capisci possono dirti le cose più profonde, penetranti con grande consapevolezza, ma tu, io, non capivo oltre. Come potevo capire che sono in balia delle abitudini, che dò tutto per scontato, comprendere la profondità delle sue parole. 

Certo il sole c'è, è li tutti i giorni, è scontato. Invece nella vita non c'è nulla di scontato, è tutto meraviglioso: incantesimo se io lo vivo in piena coscienza, se io sono presente a me stessa. Ma come posso essere presente se i miei sensi sono ottenebrati da tanti messaggi, impatti che sono diventati abitudini, sì..... lì per lì sento del disagio, ma cosa vuoi fare se la vita è così? 

No la vita non è così, sono io che la rendo abitudinaria, monotona, grigia, senza sprint. Se io sono presente l'abitudine non può rendere trasparente e grigia la mia vita perché non sono mai uguale in tutti i momenti della vita stessa. 

Io cambio, divento un diverso personaggio. E come posso vivere con lo stesso tran tran , il medesimo modo di pensare che rende la mia vita vuota di significato. 

Come ho compreso quanto sia facile che nel rapporto di coppia tutto diventi abitudine. Non siamo più sollecitati come all'inizio, quando tutto era rosa e fiori. 
La vita diventa scontata: lui lei sono scontati; tutto diviene un proseguire senza partecipazione. 
Ma noi siamo furbi, ci diamo una giustificazione, lui o lei sono cambiati non io, loro con le loro abitudini che diventano per me ossessive. 
Non le mie; solo quelle degli altri! 
Si instaura un colloquio fra sordi neppure una parola viene condivisa, tutto è noia. E così trascino senza speranza la mia esistenza. 
E’ necessario rivoltare il quadro, guardarlo con altre ottiche non sempre allo stesso modo.

Ede

 

 

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