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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

NUMERO 3 - anno 5° - Marzo 2007

PAGINA 6

  "Non bisogna lasciare raffreddare l’idea con l’indecisione"   
Shakespeare

 

Paura: attacco di panico

Va tutto bene, eppure ogni tanto torna lei, la mia paura.
Si fa sentire perché mi vorrebbe bloccare…
Ho paura che possa tornarmi un attacco di panico e quando mi arriva questo pensiero mi chiedo se ce la farò.
So che è la mia memoria che mi propone queste vecchie angosce.
E come se in certi momenti, quando sono in giro in macchina mi dicesse: “Dove sei? Sei così lontana da casa, cosa ci fai lì? Se ti senti male (che poi è lei a farmi star male!) dove vai? Dove scappi?”.
È solo uno stupido meccanismo, eppure sono incastrata lì, nella mia paura, nel pensiero che ogni tanto riaffiora.
Questi pensieri sono ulteriormente aggravati dall’idea di non farcela, di non essere all’altezza.
Di fronte a tutto questo logorio mi assale la stanchezza, tutto mi sembra più difficile.
Poi per fortuna le cose vanno, devo dire anche abbastanza bene…
Ma questi pensieri mi fanno percepire la mia fragilità, mi ricordano chi sono ed è come se mi dicessero: “Ma dove vuoi andare? Non ce la farai mai!”. 
È vero la vita a volte è difficile, ma non è scritto da nessuna parte che io non ce la debba fare. 
È solo uno stupido pensiero, un condizionamento. 
Devo solo cercare di avere fiducia e lavorare, non farmi bloccare da questi pensieri brutti, ma stringere i denti ed andare avanti. 
Ci vuole solo un po’ di pazienza.
Io sono stata bloccata per tanti anni, ma ce la posso fare. 
Devo cercare però di dare un senso a tutto quello che è successo, capire il perché certe cose sono accadute.
Lotterò per avere una vita dignitosa, un futuro tranquillo.

A.N.

 

 

Identificazione con la materia

Pensieri che si creano facilmente.
Vediamo quando gli altri ci mancano di rispetto. 
Ma noi, col nostro atteggiamento, con il nostro ignorare, crediamo sia scontato il rispetto nei nostri confronti, e degli altri, manco ci pensiamo.
Siamo sommersi nel nostro modo di vedere sempre fuori, sempre pronti a guardare quello che ci potrebbe danneggiare, e non sappiamo di essere altrettanto egoisti, sempre pronti a guardare gli altri.
Dentro me ci sono pensieri che prendono il via, che spadroneggiano nella mia vita: assorbono l’energia della mia esistenza e mi creano un sacco di possibilità, incertezze, illusioni, e confusione. 
E loro vivono e si moltiplicano, ed io soffoco oppresso dal mio stesso creare.
Ed eccomi schiacciato da questo creare inutilmente apprensioni, preoccupato di qualcosa che potrebbe accadermi.
Mi assillo del mio avvenire, e già penso come potrà essere. 
Tutti noi sappiamo che in realtà poi nulla accadrà come lo abbiamo immaginato, ma intanto cadiamo ugualmente in questo terribile inganno: avere paura di qualcosa che non c’è, e non si sa neppure se questo qualcosa ci sarà.
Dimentichiamo facilmente che nella vita esiste la fatalità, il caso, l’ineluttabilità: non c’è certezza. 
È nostro desiderio crearci verità con i nostri attaccamenti. 
Il fatto è che noi abbiamo smarrito il vero modo di vedere la vita e ci attacchiamo a qualsiasi cosa che incontriamo nel percorso, per non vedere la nostra realtà, che miliardi di persone sono passate nel mondo e miliardi ne passeranno.
L’uomo cerca l’immortalità nelle cose, ma esse si disferanno nel tempo.
Preferisce crearsi grandi illusioni di immortalità, identificandosi solo nella materia, ed in essa pensa vi sia anche la propria fine, e non si accorge che la quiete è in lui.

Peppino

 

 

La cattiveria

Ogni giorno per strada, in macchina, con il rapporto umano si nota sempre più che c'è una cosa nelle persone che fa fatica ad estinguersi “la cattiveria”. 
In giro sono tutti se non quasi cattivi,arrabbiati privi di educazione, senza rispetto per la gente, la motivazione di tutto questo è che c’è un'energia negativa che fa paura,e come un vortice a ciel sereno che si scaglia su tutte le anime delle persone e non fa altro che cercare di portare tutti al suo scopo quello della cattiveria e del non rispetto. 
Ormai non si può più stare sereni in giro perché la prima parola che uno dice, viene presa come un'osservazione o un insulto da parte di chi la riceve, si è troppo nervosi ci si incavola subito quando il pensiero di un'altro non è recepito come la persona che lo ascolta lo vuole recepire. 
E allora la soluzione qual'è?
Quella di stare sereni imparare a rispettare in primo la propria persona,perché se non si fa così non si riesce a rispettare anche gli altri. 
E poi non fare come un branco di pecore che vanno tutte nella stessa direzione,ma riuscire ad evitare il branco e forse chi lo evita si salva.

D. D.

 

Solo per un attimo

Ma perché torniamo a ricadere sempre nelle stesse cose. 
Sembra di aver risolto, è solo un momentaneo sollievo, che è già tanto a pensarci bene. 
Un breve sollievo da noi stessi e da quello che pensiamo di essere. 
È un attimo e siamo di nuovo dentro al nostro problema: paura, presunzione, rabbia, orgoglio, menefreghismo, pigrizia...eppure sono queste brevissime pause che ti fanno accorgere che ci sei dentro, normalmente ci sei dentro e pensi che sia normale vivere male, il disagio è la normalità, la paura, la presunzione, la rabbia, il pretendere sempre dagli altri, il dare sempre la colpa agli altri sembrano la normalità. 
Quando stai bene pensi che continuerà sempre così, ma basta un niente e stai di nuovo male, la paura torna, mi viene una gran ribellione e mi chiedo: ma come posso essere così, così misera, così debole, ma la paura è più forte, vince sempre lei... però ora so che c'è... non la sento arrivare, mi prende e ci sono dentro, ma mi rendo conto che sto provando paura. 
Il problema è che è talmente sgradevole che cerco di reprimerla, non me la vivo, mi prende lo stomaco, il sangue sembra che mi finisca tutto nelle gambe e dentro di me cerco di scappare. 
Però la riconosco, oh come la riconosco!

M. B.

 

 

Buone sensazioni

Sentirsi bene, essere felici, che bella sensazione…
Il poter respirare di nuovo, senza troppe paure, senza tutti quei dubbi… è fantastico!
Mi sento bene, finalmente: mi sembra che le cose girino bene.
Vedo nuove opportunità nel mio futuro e sono felice, molto felice.
Ora devo rimanere qui, aggrapparmi alla coda di questa cometa luminosa, rimanere sulla sua scia.
Niente e nessuno potranno togliermi da qui; è la mia vita e la devo vivere e la devo gestire io.
Guai a chi ci prova… ce la devo fare… lo devo a me stessa!

A.N.

 

 

Ci sono io

Solitudine, perché fa così paura? 
Eppure siamo sempre soli dentro noi stessi, dovrebbe essere la cosa che conosciamo meglio! 
Ma ne ho così paura, ma così paura... ne ho sempre avuto paura. 
Cercare di riempire un vuoto che sento, tappare un buco, cercare negli altri delle conferme per sentirmi riconosciuta, per non sentirmi sola, bisogno bisogno bisogno, se non vengo considerata non valgo niente, eppure, anche se sono circondata dalla gente, dentro di me ci sono solo io, se sento, dentro di me non c'è nessun altro. 
La realtà è che siamo sempre soli dentro di noi ma è una solitudine che non dovrebbe farmi paura. 
Chiudo gli occhi, intorno c'è silenzio, non c'è nessuno... provo a sentirmi, ci sono io, solo io, cosa c'è di così terribile?

M. B.

 

Esisto: per riconoscere gli altri

Pretendere, pretese, sempre guardare gli altri, mi faccio una rabbia…non me ne accorgo mentre lo faccio, automatico, neanche dopo me ne accorgo… e se me lo dicono mi arrabbio, mi sento toccata, chi io? 
Ma nooo… figurati, ci vuole un po’ prima che me ne accorga e dentro di me c’è una ribellione… voglio essere perfetta, ho sempre ragione io, non sbaglio mai e gli altri devono fare quello di cui io ho bisogno in quel momento…spesso rassicurazioni per calmare la mia paura di essere abbandonata.
Voglio abbracci, rassicurazioni e qualcuno che mi dica che va tutto bene, di non preoccuparmi…mi sembra di essere una bambina, mi sento così… eppure non lo sono più da un bel pezzo, ma il mio stato d’animo è quello, se ci penso mi viene una rabbia… ma il problema è che mi viene anche la rabbia se penso di non essere capita. 
Ma cosa ne sa l’altro di quello che mi passa per la testa, io vorrei il principe azzurro che mi legga nel pensiero e faccia tutto quello che io desidero, ovviamente niente fatica, il pensare che l’altro non è me ma è una persona con desideri, pensieri,aspirazioni diverse ma non per questo meno importanti, comporta un cambiamento del sentire, un cambiamento radicale del sentire. 
Eppure, qualche volta, al di là della rabbia del non sentirmi capita e del sentirmi la persona più sola del mondo c’è qualcosa, c’è una vocina che mi dice…ma cosa pretendi?
Ma la smetti di pensare di essere una bambina… basta chiedere.

M.M.

 

 

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