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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

N° 3 - anno 12° - Dicembre 2013

PAGINA 8

Libertà

Altro che “uomo libero” !!
L'uomo si rende libero quando ha dentro di sé rispetto, morale, eliminazione dai condizionamenti e amore per sé e per gli altri. Ma non c'è tutto questo, oggi.
Oggi c'è la globalizzazione, l'annientamento delle personalità, il potere della finanza e di persone senza coscienza che ci rendono schiavi del denaro (non che non ha il suo valore!), demonizzando i principi etici dell'Essere Umano, tutto manovrato, tutto calcolato affinché le nuove generazioni siano partecipi e succubi dei poteri mediatici, dimenticando che si è venuti al mondo per aiutarci e non per autodistruggerci. 
Chissà chi si salverà!
Chi si sveglierà in tempo, per non soccombere, senza aver vissuto almeno una giornata di sole!.

Generosa

 

 

Zitta per difendermi

Chiudermi, tacere, apparentemente per difendermi, per non lasciarmi sopraffare dalla prepotenza, dall'arroganza degli altri. 
Chiudermi perché non so ribattere, non so dire, non so esternare. 
Non so esprimere a parole il mio sentire. 
Il mio pensiero va, macina, rimugina, fa salire la mia ribellione ma mi porta lontano dal punto di partenza, dalla realtà. 
Il pensiero rimuginato non mi fa dire, mi fa sentire la mia incapacità insormontabile, senza uscita. 
Senza uscita e così subire e basta. 
Subire, sempre subire anche il mio pensiero contorto. 
Chiusura verso gli altri, chiusura verso la vita, chiusura al mio sentire. 
Sentire il guizzo di ribellione, guardarlo, capirlo ma non reprimerlo. 
Tanto poi salta fuori come il coperchio della pentola a pressione mal chiuso. 
La pressione sale e sbotta nei momenti sbagliati, fuori luogo, senza controllo. 
Sempre repressa, sempre in ansia per compiacere tutti, tutti tranne me. 
L'abitudine a non sentirmi è tanta, troppa e troppo vecchia. 
L'abitudine è fredda, amorfa. La mia vita è piena di abitudini, è piena di niente. 
Un niente ingombrante che mi fa stare ferma in prese di posizione ottuse ed intransigenti. Mentre è tutto così semplice: guardare la vita da un'altra ottica, perché è vero che tutti vediamo la stessa cosa ma ognuno con il suo mondo, il suo bagaglio, i suoi "occhiali" e perciò sempre con prospettive diverse. 
Uguale ma diversa. 
Un punto di rinascita.

G. G.

 

 

Vittima di condizionamenti

Non conoscere, non sapere, ignorare che la vita può essere diversa, può essere vissuta con partecipazione. 
Sì, proprio la vita di tutti i giorni fatta delle solite cose che non cambiano. 
Loro no ma io sì, sono cambiata, cambiata eccome: sono leggera e so che posso esserlo di più. 
Una nuova ottica, la vita passata è passata, vissuta come sapevo vivere. 
Rimpianti e recriminazioni non ne voglio più, non mi servono, non mi serve soffrire ottusamente. 
Questa sofferenza reale che mi sconquassa anima e corpo. 
Sofferenza inutile. Sofferenza stritolante negli ingranaggi dell'apparato. 
Apparato che soggioga, che toglie il respiro. Apparato senza via di scampo. 
Tutta questa mia sofferenza non mi ha portato nulla. 
Vittima di condizionamenti antichi che sono diventati la mia realtà. 
Mi dibatto in assurdi conflitti ed io non ci sono. Non ci sono mai. 
Il mio cuore è uno sconosciuto, inascoltato. 
"Una bestiolina all'onore del mondo" una frase che mi ha fatto molto soffrire. 
Ora però la capisco diversamente, ora so che con il mio percorso posso essere fiera di me, del mio cuore, del mio sentire. 
Grazie Carla, grazie dal profondo del cuore, questo mio nuovo cuore.

Giorgia

 

 

Sono responsabile della mia vita

Irrequietezza, dovrei mettermi a dormire perché domani mi aspetta una giornata impegnativa: la recita dell'apparato. 
Recita portata avanti per tanto tempo. 
Ora non sono più quella perché se non altro riesco a vedere l'assurdità di questa recita e quanto loro ci stiano aggrappate. 
Io ho la responsabilità della mia vita. Una cosa grande, immensa nella sua realtà. 
E' una realtà sconosciuta, perché davvero io non so chi sono! 
Solo conoscendomi, andando sotto la scorza dell'apparire, della farsa, ho potuto vedere che c'è altro, molto altro. 
E così i pensieri che nascono dalle abitudini, da lontano, che mi portano nella sofferenza, nell'ansia, nella ribellione e più ci penso e più loro crescono mi prendono piano, piano ed io mi ritrovo soffocata senza accorgermi. 
Tutto cambia, tutto è in movimento perché i miei pensieri rimangono ancorati a situazioni che non esistono più ma che con il loro torturare le fanno continuare ad esistere? Solo io posso dire basta, lasciare per strada i pensieri zavorra. 
Solo io posso sentirmi e diventare umana. 
Senza umanità non c'è dignità. La dignità è essere.

G. G.

 

 

La vita va avanti

La vita va avanti, la vita inizia, la vita finisce. Ogni volta reazioni diverse eppure uguali. Quasi sempre vissute con incoscienza. 
Tutti allegri, tutti tristi e sempre un turbine di pensieri che portano lontano. 
Situazioni di vita vissute con superficialità senza sentire. E così davanti alla morte si pensa a se stessi, al proprio vuoto, a quel che ci lascia, a quel che c'è da prendere, da arraffare per non far avere ad altri come se questo vuoto fosse solo nostro ed improvvisamente incolmabile. Questo decesso mi ha fatto vedere tutto questo. 
Mi ha fatto vedere che anch'io ho agito così: senza cuore, senza sentimento. 
Solo l'io, arido animale. Bestia feroce, cattiva, gretta e meschina. 
Ho riconosciuto le parole degli altri perché sono state parole mie. 
Ho riflettuto molto. Il fatto che sia una cosa generalizzata non è una scusante.
Non sono una pecora che segue il branco! 
Sì, non sono più una pecora perché rivedendomi ho visto che il mio modo di essere è cambiato. 
Non ci sono solo io siamo in tanti. Chi non c'è più e chi resta. 
Ognuno con il suo mondo, un suo bagaglio ... tutto vissuto con incoscienza. 
Questa morte mi è servita molto, mi ha fatto vedere oltre. Altro. 
Una tristezza diversa. Un sentimento. 

Gi

 

 

L'Amore

L’amore è quella cosa che ci dà sollievo nelle vicende pesanti della vita.
Ma vediamo che le nostre fragilità e paure costituiscono forme negative che non appartengono al presente.
L’amore va oltre i confini della materia, non fa calcoli, va oltre i confini della vita, e non esiste bufera che lo possa spegnere. 
Tuttavia ne sentiamo solo il profumo, e non riuscendo a trattenerlo, ricadiamo nel vortice del buio. 

Dedicato a mia moglie... che mi fa comprendere tante cose della vita. 

Enzo

 

 

Energie

Le forze della natura, messe in movimento, creano disastri inimmaginabili. 
A farne le spese sono gli esseri umani, gli stessi che le creano con i propri stati d'animo, le prese di posizione, i poteri, il “non Amore” e la mancanza di rispetto verso la natura.
A me non resta altro che guardare, come si dice "il proprio orticello", metaforicamente parlando, la mia vita, i miei comportamenti e gli stati d'animo.
Quando sei rabbioso con qualcuno la conseguenza è che sei rabbioso con il mondo intero, scateni movimenti ad onda energetica negativa, io non voglio essere rabbiosa perché le conseguenze sono disastri in ogni caso, prima o poi questo non si sa.
Penso a quanta rabbia c'è oggi nelle persone, le sofferenze, le ingiustizie, poche sono le persone oneste e le conseguenze sono quelle che vediamo tutti i giorni.
Calma ci vuole Calma.
Dio è rabbioso e non ci ricordiamo di Lui che ci ha creato nella pace.

Gene

 

 

I suoi occhi

I suoi occhi! Ho guardato bene i suoi occhi nella foto della sua carta d’identità, la sua ultima carta d’identità. 
Questa volta non l’ho solo presa, guardata e poi chiusa, come ho fatto tante volte in questi ultimi anni, questa volta ho tenuto a lungo fra le mani la sua carta d’identità, e ho guardato bene i suoi occhi. 
Occhi azzurri pieni, stracolmi di tristezza, sembrava che mi parlassero, e guardando i suoi occhi, per la prima volta mi sono domandato “quanto io ho contribuito a rendere quegli occhi così tristi, quanti anni del mio egoismo hanno contribuito a rendere quei bellissimi occhi azzurri così tristi?” 
E mi parlavano quegli occhi, ma in realtà ero io che parlavo con me, per la prima volta così chiaramente. 
Io non sono mai andata incontro a lui, non sono mai andata oltre al mio egoismo. 
E ho visto guardando i suoi occhi e parlando con lui, ma in realtà parlando con me, che ora che sto percorrendo la strada dell’incontro con me, ora che vedo i miei limiti, i miei schemi, le mie false certezze, le mie migliaia sfumature dei miei egoismi, le mie paure, le mie fragilità, i miei modi di pensare, di agire che mi hanno fatto vivere male, quanto male ho fatto a chi mi stava accanto, a chi mi aveva sposato, a chi mi è stato vicino per tanti anni, senza abbandonarmi mai, come mi sarei meritata. 
Ora che vedo sempre più chiaramente le mie malefatte, ora, solo ora ho visto che nel mancato incontro con me non ho vissuto l’incontro con lui; il non incontro con me, la mia più grande miseria. 
Oggi posso dirlo. 
Con il cuore colmo di dolore per la sofferenza che ho dato ai suoi occhi.

Gianna

 

 

 

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