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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

NUMERO 8-9-10-11 - anno 2° - Agosto-Settembre-Ottobre-Novembre 2004

PAGINA 7

"Le vere cause dell’appagamento e della soddisfazione 
vanno ricercate in noi stessi"

XIV Dalai Lama

 

LA PAGINA DEI LETTORI


La primavera

Questo stupendo scritto ci è stato inviato da una nostra lettrice e lo dona a tutti i nostri amici

Un giorno, un uomo non vedente stava seduto sui gradini di un edificio con un cappello ai suoi piedi ed un cartello recante la scritta:
"Sono cieco, aiutatemi per favore".
Un poeta che passeggiava lì vicino si fermò e notò che aveva solo pochi centesimi nel suo cappello. 
Si chinò e versò altre monete, poi, senza chiedere il permesso dell'uomo, prese il cartello, lo girò e scrisse un'altra frase.
Quello stesso pomeriggio il poeta tornò dal non vedente e notò che il suo cappello era pieno di monete e banconote.
Il non vedente riconobbe il passo dell'uomo: chiese se non fosse stato lui ad aver riscritto il suo cartello e cosa avesse scritto.
Il poeta rispose "Niente che non fosse vero - ho solo riscritto il tuo in maniera diversa", sorrise e andò via.
Il non vedente non seppe mai che ora sul suo cartello c'era scritto:
"Oggi è primavera… ed io non la posso vedere".
Cambia la tua strategia quando le cose non vanno bene
e vedrai che sarà per il meglio.
Manda questa storia a tutte le persone che, secondo te, meritano di vedere la primavera, anche se a volte è dura… a tutte le persone che vorresti vedere sorridere sempre, perché con il loro sorriso rendono migliore il mondo.

da Vittoria

 

"Due persone non litigano,
se uno dei due non vuole "

"Bisogna sempre rispettare
quello che gli antichi facevano,
perché loro sapevano"

"Osserva e rispetta sempre
il movimento dell'acqua e del vento"

Felice di Carloforte

Ringraziamo tutti i nostri lettori che ci incoraggiano in questa nostra iniziativa

Gita in montagna

C'è un grillo qui vicino a me che canta la sua canzone e il vento mi alza l'angolo del foglio.
Il vento, che magia! Sento il suo rumore arrivare da lontano, poi la sua forza avvolge ogni cosa e gli alberi si piegano al suo abbraccio poderoso, l'erba si flette in un inchino e le farfalle pare a fatica si trattengano sul fiore. Un luogo più bello oggi non avrei potuto trovare, è un respiro per il mio essere.
Il vento lo sento anch'io sulla pelle, rinfresca il mio corpo che il sole rende caldo. Mi pare di essere fuori dal mondo, da quel mondo che oggi fa solo più paura e basta, mondo in cui ci sono solo lotte e competizioni di ogni tipo. Eppure qui è armonia totale.
Sono in mezzo ad una radura verde e fiorita e contornata da una corona di pini alti ed ombrosi. Alte montagne si vedono all'orizzonte e un bellissimo cielo blu. La farfalla si è posata qui sul foglio del mio quaderno quasi incuriosita, i suoi colori marroni e arancio sono stati la gioia dei miei occhi, tra il rumore del vento e il canto degli uccellini sui rami alti dei pini.
Ringrazio Iddio per i miei occhi, le mie orecchie, il tatto della mia pelle, l'olfatto delle mie narici, il gusto della mia bocca, che oggi veramente godono di un benessere splendido in una natura armoniosa e unica.
Tutto dentro me si quieta. È tornata la farfalla. Mi riesce difficile quasi pensare alle cose quotidiane, ho come una commozione dentro, mi vengono le lacrime, mi sento prato, mi sento pino, mi sento farfalla. Vorrei restare qui, fermare l'incanto, rubare tutta questa bellezza al creato per me.
So che in realtà l'ho trattenuta per sempre dentro di me con le sensazioni, il gusto, il tatto, i suoni, la meraviglia di un tripudio di vita unica. Mi sono spostata all'ombra, il sole è troppo cocente, sento il lontano scorrere dell'acqua nel torrente, la sento fresca limpida dissetante, un dono di Dio come qui ogni cosa che il mio essere gusta e porta dentro per sempre.
Io e lui in questo luogo di pace e silenzio, siamo soli noi due e la montagna, lui dorme lì sull'erba e io scrivo, io guardo le farfalle e ogni cosa qui intorno; non voglio perdermi nulla di quello che c'è, nulla.
Io e lui, due anime, due percorsi, due mondi, due ottiche diverse, due amori, due difficoltà, due viandanti su aspri sentieri come quelli percorsi per arrivare fino qui e oltre, due strade che vanno e vanno e alla curva che ci sarà? Sarà facile o difficile? Ci sarà una radura o salirà per un sentiero irto e stretto?
E via avanti, andiamo ancora a scoprire che c'è, è fatica, ma si, continuiamo e continuiamo avanti e avanti e le nostre due strade a volte sono vicine e parallele, a volte lontane con difficoltà diverse da superare: c'è un torrente, un guado, pietre, rocce, scarpate, ma la vetta è là unica per tutti e due.
Qui mi sembra più chiaro ancora che ognuno è unico nel suo cammino e ogni viandante sceglie la sua strada anche se la cima della montagna che è il premio finale è una sola.
Il vento cresce, è freddo sulla pelle nuda delle mie spalle e la farfalla è volata via su un fiore più colorato del mio foglio. Lui continua a riposare al sole, il tepore sulla pelle lo culla come un bambino ed una farfalla si posa sulla tasca dei sui calzoni.
Oggi ho vissuto un frammento di Paradiso.

Briançon, 14 agosto 2004

Luigina

Olimpiadi finite!

Peccato, fine divertimenti ed emozioni, vissute a vedere le gare dei miei eroi sconosciuti.
Tanta ammirazione, tante emozioni, tanto sudore e fatica accumulata.
Ma vincere una medaglia e salire su quel podio, davanti agli occhi del mondo, quanta fatica costa, quanto sudore e sacrifici.
Così ho visto per la prima volta le gare olimpiche, con altri occhi, pensando che al fondo della pista ci arrivi per primo, solo se hai superato i tuoi limiti, non quelli posti dagli avversari o dai tempi di gara.
Per arrivare all'oro, non basta allenarsi, devi anche avere superato le paure, le angosce, i tuoi ostacoli, esserti messo alla prova, avere aspettato il momento giusto, aver creduto più di ogni altra cosa che ce la potevi fare, e non solo sudare negli allenamenti.
Solo così vinci l'oro, avendo creduto in te stesso ed avendocela messa tutta.
Quei limiti abbattuti, hanno lasciato il posto a tutte le energie che un vero atleta ha dentro, quella forza che ti fa' andare oltre, oltre ad ogni ostacolo, non hai lasciato lo spazio che alle tue energie, e quando le vivi tutte, non hai più timore di nessun avversario, li superi tutti ed arrivi primo.
La medaglia d'oro appoggia sul tuo cuore, ma quella luce della medaglia ti arriva da dentro. Ho pianto alle premiazioni con emozione, perché quelle vittorie, sono il lavoro di tutta una vita.
Ora sono finiti i giochi, ma il percorso deve continuare, i miei "eroi atleti" sono tornati a casa, li ringrazio per le emozioni che mi hanno fatto vivere e per quello che mi hanno insegnato.

Gabriella

 

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