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Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

NUMERO 12 anno 4° - 1 anno 5° - Dicembre 2006- Gennaio 2007

PAGINA 3

   "Sembrerebbe un controsenso, invece chi riceve i salari più alti, sono quelle persone che non lavorano. Ecco perché i giovani non vogliono occupazioni"   
Louis Dembitz Brandeis

Il volto dell'anima
il nostro sguardo

Il celebre volto di Socrate tramandatoci dal passato attraverso le copie romane di un originale trovato in Grecia ed attribuito allo scultore Lisippo (IV secolo a.C.) è un volto che comunque è finito per diventare vero: l'icona dell'uomo Socrate, filosofo saggio, simbolo di un mondo lontano e di un pensiero immortale.
A questa figura si sono ispirati tutti i pittori e gli scultori che hanno voluto affrontare la rappresentazione del pensatore, in particolare Raffaello, e David.
Quest'ultimo, pittore napoleonico, ne fa moralmente un eroe neoclassico pronto ad affrontare la morte, come vediamo nell'immagine qui sopra. 
Si noti come i lineamenti, fissati nell'antica scultura, dalla fronte spaziosa, al naso e alla barba, ritornino con maggiore libertà in David, che con i colori del pennello ne ammorbidisce il volto.
Viene da domandarci come mai il volto di un uomo assuma un aspetto diverso a seconda del variare di dettagli apparentemente minori, quali l'altezza delle sopracciglia, le proporzioni tra bocca e naso, la distanza degli zigomi. E perché l'aspetto esterno deve a tutti i costi svelare la natura della sua interiorità come se fosse uno specchio rivelatore.
Questo argomento è stato per secoli l'indagine prediletta dei pittori. Sono stati scritti innumerevoli manuali sull'argomento, ora rivolti a una dimostrazione psicologica, in cui prevale il dato caratteriale, ora invece ad una attestazione di tipo scientifico, in cui prevale il dato anatomico.
Nel sedicesimo secolo Kaspar Lavater fondò la scienza fisiognomica, annunciando una regola-chiave per definire quali elementi del volto possono evidenziare gli elementi interni, e quindi non visibili, del carattere umano.
Noti archeologi hanno affermato che già 1200 anni prima di Cristo gli indovini babilonesi, osservando il profilo di un uomo, potevano decifrare l'intreccio tra il passato ed il futuro.
Nel 1890, proprio a Torino, Cesare Lombroso riprese questa indagine, la inserì nella medicina psichiatrica, dicendosi convinto che sul volto dell'uomo rimangono impressi gli eventi della sua discendenza, nel bene e nel male. 
Sigmund Freud ereditò la teoria del Lombroso, dapprima la deprecò, temendo che desse l'avvio (come è poi avvenuto) ad una degenerazione razzista, poi la perfezionò aggiungendo alcune regole per il buon funzionamento della percezione fisiognomica. 
Oggi questo argomento è ancora in primo piano. 
La scuola filosofica austriaco-americana ha posto requisiti fondamentali nella trattazione dell'argomento, specialmente rifacendosi all'uso che l'arte ha riposto nel raffigurare i grandi del passato. 
È stato stabilito che la fisiognomica non può essere considerata una disciplina per argomentazioni esoteriche poichè gli artisti di ogni tempo hanno, con maggiore o minore consapevolezza, modificato in meglio o in peggio l'aspetto esterno degli uomini che ritraevano.
Nessun dittatore è stato rappresentato in modo negativo, stanco, abbattuto, depresso.
David ci mostra Socrate come una divinità esaltando attraverso l’impatto visivo la grandezza di pensiero di questo filosofo. 
Lisippo nel tramandarci il volto di Socrate ha messo in evidenza gli spazi espressivi del suo volto. Soprattutto l’espressione dello sguardo rivolto verso l’alto, segno di un elevata spiritualità.
Infatti lo sguardo è l’espressione della nostra anima.

 

Il paradiso

La mia idea del paradiso
non è ultraterrena.
Il paradiso è qui...
devi solo sapere
come viverlo.
E anche l'inferno è qui,
e tu sai perfettamente
come viverlo.
È solo questione
di cambiare la prospettiva,
l'approccio alla vita.
La terra è bella.
Se cominci
a vivere la sua bellezza,
a gioire la sua gioia
senza senso di colpa
nel tuo cuore,
sei in paradiso...
Non è un cambiamento
del luogo
è un cambiamento
dello spazio interiore.

Tratto da: "The Book of Wisdom" (Osho)

 

 

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