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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

N° 12 - anno 5° - N° 1 - anno 6° - Dicembre 2007 - Gennaio 2008

PAGINA 2

   "Si può sopportare il dolore da soli, 
   ma ci vogliono due persone per provare gioia"   
Elbert Hubbard

Il relativo per comprendere il presente

La verità soggettiva, la mia verità soggettiva, la mia verità è quella di quel momento, in cui credo di essere nel vero, senza rendermi conto che è proprio relativa. 
Me ne rendo conto solo quando ne prendo coscienza, che la mia verità è relativa a me, a quello che io ho dentro di me, nella mia memoria piena di condizionamenti, di abitudini, di ripetizioni, di molte cose sconosciute.
Ecco, quando una di queste, piccola in verità, diventa conosciuta, ecco solo allora mi rendo conto della mia verità relativa, non è la verità assoluta che credevo sino ad un attimo prima, è relativa, relativa a me come sono in quel momento.
Vado avanti, vedo altri aspetti di me, fino a quel momento sconosciuti, totalmente sconosciuti, ecco, quando diventano conosciuti, chiari, scopro un’altra verità, sempre relativa.
Allora penso, la verità relativa in me non è unica, è fatta di tante verità che diventano altre, ogni volta che io vado avanti; un pezzo ogni volta, un pezzo a puntate, ecco la verità relativa a puntate, uno, due, tre, quattro, cinque puntate e via. 
La verità relativa di dieci anni fa, di nove anni fa, di sette anni fa, di cinque anni fa, di un mese fa, di solo ieri sera alle undici.
Puntate, puntate di verità relativa e rendermi conto che tutto è dentro di me, ma non è assoluto, è relativo a quello che sono in quel momento. 
Ecco perché ogni momento è prezioso per fare luce nel mio buio, nella mia ignoranza, nella mia paura, nello sconosciuto a me stessa, quando sto ferma e non osservo quello che realmente sono, quando non voglio vedere e mi aggiusto quello che non mi piace, quando tradisco me stessa e sono una pessima testimone di me stessa, della mia vita, di me.
Fare luce e superare un’altra puntata della mia verità relativa ed andare verso la verità, che è solo salvezza.

Gianna

 

Come fa a vivere il cuore?

Sono proprio un osso duro per me stessa. 
Dura.
Ancorata. 
Avvinghiata a dolori che sono ancora così come li ho registrati cinquant’anni fa, con la mia mente di bambina. Mai toccati, mai messi in discussione, sacri.
Guai a chi me li tocca.
Ed ora che ho un grande aiuto per comprendere nel modo giusto e liberare finalmente la mia memoria da tanta sofferenza inutile, vedo come mi sono sempre identificata in quella sofferenza. 
Perché se me la tolgono come faccio? 
Come faccio a dare la colpa a “chi so io” dei miei fallimenti? 
Come faccio a dare a un altro la colpa per essere come sono?
E “come sono” non mi piaccio proprio per niente. 
Così, invece di guardarmi con onestà per migliorarmi, mi giudico “una schifezza” e… cado in depressione. 
Bel salame! 
La verità è che sono l’opposto di “chi so io”: una persona davvero in gamba, che ha saputo andare avanti nella vita con tanta dignità, fra continue difficoltà.
Mentre io sono pigra, indolente, tendente al fannullone.
Una persona che è decisa e sicura. 
Mentre io non sono che una pusillanime. 
Una persona che mi ha dato e mi sta dando ancora tanto. 
Mentre io sono un’egoista, troppo abituata a ricevere e poco propensa a dare.
Una persona abituata a costruire, a guardare avanti e che riesce a vedere lontano. 
Mentre io mi perdo in un bicchier d’acqua. 
Una persona che usa l’intelligenza per agire. 
Mentre io la mia intelligenza ce l’ho ancora nuova di zecca, avendola usata pochino, e quel poco sprecato in modo superficiale. 
In compenso ho sempre coltivato invidia, quella sì è roba mia, tutta creata da me. 
Perché vorrei essere in gamba, vorrei sapermela cavare anch’io nella vita, vorrei avere la sua sicurezza, vorrei essere autonoma invece di accettare la pappa fatta, vorrei avere il suo equilibrio, la sua esperienza.
Vorrei essere fiera di me!
Allora voglio cominciare col pulire la mia memoria, dando finalmente una giusta comprensione a quella scorta di sofferenza che mi fa sentire tanto vittima, a quella scorta di rancore che ho voluto tenere da parte per giustificare le mie ribellioni di oggi: “ribellioni” che la memoria fa ingigantire a tal punto da rischiare momenti di vero squilibrio.
In mezzo a tutto questo “letamaio”… come fa a vivere il cuore? 

Francesca

 

Il muro

Le immagini devono uscire, devono vibrare i colori, la nebbia se ne deve andare, a volte è come un
muro di mattoni.
Lo abbatto, un muro non mi fa paura!
I colori possono fluire come l'acqua, possono sgorgare infiniti, quelli ne sono sicura come l'aria che respiro, non hanno fine.
Quando la luce fluisce tutto è pulito, è semplice, è lineare, la luce è alta e pulita, non c’è rumore, non c’è disturbo.
Le immagini arrivano, mi inondano gli occhi, a me non resta che fermarle fissarle, molte le perdo, non mi preoccupa, possono arrivarne delle altre.
Se ascolto la musica, la paura non fa più paura.
Non esiste più l'oscurità dei pensieri pesanti, esistono problemi che senti che puoi affrontare.
Devi fare un respiro profondo, prendi fiato e continua ad andare avanti.
Lo hai visto decine di volte, ma ancora non ce la fai a scaraventarla via, l’invidia schifosa esce all'istante mentre fai un complimento a qualcuno per quello che ha fatto di buono e tu no.
L'hai visto che è un’abitudine, ma allora la smetti?
Buttala via...
Ora puoi riempire la tua bocca di colori.

Gabriella

 

Le rughe del cuore

Povero mio cuore, non avevo mai pensato alle tue rughe.
Fino all’altro giorno non avevo mai pensato alle rughe del mio cuore. 
A pensarci bene e a guardare bene dentro non sono solo rughe, sono solchi.
Solchi creati dalle mie aspettative, dai miei bisogni, dalle mie paure, dalle mie menzogne, dalle mie invidie, dalle mie pigrizie, dal mio rinviare, dal mio non prendere coscienza della mia grande paura, la paura della solitudine. 
Quanti bisogni scatena quella paura! 
Ora che la vedo, quanta fatica a tenerla sempre chiara davanti a me. 
Spesso la nascondo con coltri scure, ma lei ritorna in maniera sempre più subdola ed io in maniera sempre più subdola e sfacciata la rinnego, non è mia, invece è mia, come tutto il resto.
E tutto questo cosa fa al mio povero cuore?
Cosa vuoi che faccia, scava solchi sempre più profondi, e lì non ci sono creme di bellezza per rigenerare, per nascondere, per truccare, per coprire, lì non c’è la crema antirughe, lì non c’è il fard, lì non c’è niente se non la mia volontà, la mia determinazione, la mia forza, il mio coraggio di uscire da quei solchi profondi e far rimarginare il mio cuore. 
Il cuore mio, di nessun altro.

Gianna

 

 

I ghiacciai

Si sciolgono i ghiacciai, colpa dell'uomo, colpa dei miei e nostri pensieri che creano i disastri naturali, la materializzazione si scioglie diventa acqua, fluido presente in noi, siamo in vita e dobbiamo far smuovere le nostre coscienze fin che siamo in tempo.

Generosa

 

 

Scoprire la forza interiore

Ora mi sono chiare molte cose, la chiarezza non ti fa soffrire, anzi mette in ordine, mette tutto a posto e tu sai che è così. 
Che è così. 
La forza è la chiarezza, anche se sai che non sei completamente autonoma, anche se sai che hai paura della solitudine, anche se sai che hai dentro solo abitudini, ma lo sai, e questo ti da forza dentro.
È un miracolo questa forza, è strano, ma è così.

Gianna

 

 

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