Rispettarsi

Sono a letto, la gola mi brucia e non ho voglia di nulla, meno male che questa mattina arriva la signora Bruna e mi mette a posto la casa.
Non l’ho mai apprezzata così tanto come ora.
Con la casa in ordine si sta meglio, certo, ma poi la osservo: lei è ormai parte di casa mia.
Le cose le fa come se fosse a casa sua, credo con lo stesso impegno e dedizione e questo allarga il cuore.
Non saprei rinunciare senza dolore al suo confidarsi con me, a quell’intervallo in cui tutte e due sbucciamo e mangiamo un’arancia o una mela, secondo la stagione.
È vero, per lei è un lavoro e per noi è un sacrificio economico, ma c’è qualcosa al di là di tutto questo: l’amicizia e la sua disponibilità d’animo.
Lo star male a volte ti fa star fermo e riflettere, affinché ogni cosa non sia scaraventata nell’abitudine o sia dovuta, certa, avuta perché si paga un prezzo, perché l’amicizia non ha prezzo, è un bene prezioso e non facile da coltivare.
Due donne, due esperienze, due caratteri diversi, uno scambio di cose, un rispetto reciproco che ci fa star bene e che dura ormai da vent’anni.
Sentire comunque che qualcuno c’è al di là dei ruoli, c’è e ascolta e a sua volta è ascoltato.
La mia mattina oggi l’ho vissuta così nel pensare a
queste cose che troppe volte mi sfuggono via e non vorrei perdere tutto sempre nell’abitudine del quotidiano.

Luigina

I bambini ci aiutano

Io non riesco a perdonare. 
È più forte di me. 
Le ferite anche se sono rimarginate, sono cicatrice, ed io non posso fare a meno di ricordare. 
Un tempo vivevo totalmente nel mio mondo che faticosamente sto incominciando a ricordare. 
È questo lo devo anche alla mia nipotina, perché attraverso l’amore che mi da e che io gli do, mi riscatto da quel periodo di incoscienza totale. 
I miei bisogni, le mie aspettative hanno contribuito a lasciarmi fare al mio cuore, tante piccole grandi ferite che faticosamente con un po’ più d’amore per me stessa si stanno rimarginando. 
Si ristanno rimarginando, non è che non ci sono più, ci sono le cicatrici che sono le rughe del cuore come le ha definite bene una mia amica. 
E sono rughe più difficili da nascondere non c’è crema o cipria che tenga.
a volte dentro sento come un cratere in cui la lava bolle: in quei momenti ho tanta rabbia, avversione che mi rivolta contro. 
Tante volte ho taciuto, ho ingoiato le parole che volevo dire, tante volte ho urlato in silenzio, ho pianto, ma tutto ciò faceva solo del male a me stessa. 
È molto difficile puntare il dito contro qualcuno che mi da problema, perché il problema sarà sempre presente se non faccio un piccolo salto di qualità: io sono responsabile del mio benessere spirituale e di conseguenza fisico.

Ede

Ricerca della mia umanità

Utopia, realtà?
non so, a volte sono sconfortata perché il mio io esce da tutte le parti, altre volte più consolata perché li vedo tutti questi mie personaggi pieni di io, cerco di osservarli con carità umana, senza giudicarli e soprattutto condannarli. 
Ogni condanna chiude la porta e fa gettare via la chiave. 
Essere umana con me stessa è lo scopo della vita perché attraverso l’umanità mi spoglio in parte dell’aspetto più animale.

Ede

Rispetto

Basterebbe poco per vivere bene rispettandoci, non imponendo agli altri le nostre volontà. 
Tu sei così, io sono così: ci rispettiamo, siamo più fiduciosi tutto diventa possibile: lo scambio reciproco, il silenzio che non atterrisce, l’infelicità che si può comprendere e superare insieme. 
Invece l’io prepotente egoista, non riesce a tacere vuole tutto in modo imperioso senza nessun rispetto. 
Così nascono le guerre in famiglia, nel condominio, nel rione, nelle città, nelle nazioni, nel mondo.
Basterebbe così poco: sarei contenta se quello che faccio io lo facessero a me? 
Non mi sfiora nessun dubbio, io ho ragione, l’altro torto. 
I mondi si scontrano senza incontrarsi mai.

Ede

 

Salute

Quando, dopo un periodo di equilibrio nella salute, salute che io do scontata come se non mi dovesse succedere nulla, basta un piccolo dubbio, un intoppo più serio del previsto e la mia ottica cambia totalmente. 
Esiste solo lui, il mio problema.
Do il giusto valore a ciò che vivo e mi circonda.
I piedi ritornano per terra, la vita è più reale, non sognata immaginata. 
Non bisogna scherzare col fuoco perché a volte i problemi possono risolversi più difficilmente perché il voler attirare l’attenzione con i miei malanni (il mio eterno masochismo) alla lunga possono provocare anche effetti indesiderati. 
Questa mia esperienza ancora una volta mi ha portato ad una conclusione: devo solo guardarmi più profondamente osservarmi e migliorarmi. 
Non devo assolutamente accontentarmi ma essere esigente, eliminare tutto ciò che è superfluo, potare i rami secchi della mia pianta.

Ede