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Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

N° 12 - anno 5° - N° 1 - anno 6° - Dicembre 2007 - Gennaio 2008

PAGINA 8

   "Le differenze maggiori tra i vari canali televisivi   
sono tuttora le previsioni del tempo"   

Woody Allen

E fuori il cielo è azzurro

La luce del mattino non la vedo se non tolgo gli scuri dalle finestre, se non le apro per respirare l’aria fresca che mi arriva. 
La vita attorno a me. 
Altre finestre si aprono al primo sole. 
Altre vite come la mia, in cerca di felicità, in cerca di qualcosa che ci deve arrivare da fuori. 
Ci aspettiamo sempre che qualcosa da fuori arrivi a cambiare o a lenire vecchie malinconie, vissute ormai nell’abitudine.
Io mi aspetto che accendendo l’interruttore di casa arrivi la luce, mi aspetto di vedere il cielo azzurro se apro gli scuri delle finestre. 
Mi aspetto che l’aria fresca del mattino accarezzi il mio volto, per stare bene. 
Penso che per stare bene mi deve arrivare tutto da fuori. 
Ma allora perché il cielo azzurro, di un attimo fa, non me lo ricordo più e l’aria fresca del mattino ora mi sembra troppo fredda? 
Io come sono dentro? 
E che stato d’animo ho? 
Perché tengo chiusa la finestra dentro di me? 
Non c’è più movimento. 
E soffro. 
Assisto muta allo scorrere del tempo. 
So cosa vuol dire aprire le finestre al mio cuore, so cosa si prova! 
Per questo soffro tanto quando tengo tutto chiuso, al buio. 
Ma chi mi obbliga a rimanere in questo stato senza luce, di sofferenza, chi mi tiene prigioniera in casa mia?
Io. 
Io con i miei pensieri brutti.
Io che divento come i miei pensieri: “brutta”. 
E chi sta bene accanto ad una persona cosi? 
A volte sottovalutiamo la potenza dei pensieri. 
Arrivano, tanti, vanno e ritornano e ci avvolgono sempre di più. 
Ci riducono a brandelli. 
Ci portano via. 
Non ci siamo più.
E fuori il cielo è azzurro.

Rosanna

 

I grandi filosofi: Empedocle

Empedocle di Agrigento visse 500 anni prima di Cristo, morì inghiottito dalla lava dell’Etna, vittima della sua tenace curiosità. 
Già anziano, convinto di poter scoprire il grande segreto del mondo, scese nel cono del vulcano deciso a raggiungere il centro della terra. 
Il suo corpo scomparve per sempre mentre i suoi discepoli lo osservavano sbigottiti dall’orlo del cratere.
Il suo pensiero è interessante: Empedocle dopo anni di lunga osservazione del creato giunse alla conclusione che in natura tutto cambia continuamente, eccetto quattro elementi che rimangono immutabili: l’acqua, l’aria, la terra, ed il fuoco. 
Quattro cose concrete, immobili nel loro aspetto, ma soggette a due forze non concrete, cose di spirito, immateriali: Amore ed Odio.
Il filosofo disse che l’eterno conflitto di Amore ed Odio, genera la storia del mondo, trasformando i quattro elementi che stanno alla base del nostro pianeta.
L’Amore produce il nascere.
L’Odio il perire.
Amore è vita. 
Odio è morte. 
Dalle diverse combinazioni di questi due sentimenti invisibili con i quattro elementi visibili deriva la costante trasformazione della natura, anima compresa, la quale si rinnova quando un corpo cessa di vivere (metempsicosi). 
L’anima, immateriale come l’amore e l’odio, non muore, ma è determinante nel dare la vita ad una nuova creatura , uomo od animale che sia. 
Per questo la stessa anima si trova in corpi diversi. 
Negli uomini saggi, se precedentemente c’è stata evoluzione, negli animali sciocchi e senza espressività, se era appartenuta ad esseri volgari. 
Empedocle partecipò alla fondazione di una scuola filosofica ad Elea in Lucania, resa illustre da Zenone.
Era questa una delle scuole più note del V secolo a.C. che avevano come obiettivo l’osservazione costante della natura, e come poter conciliare gli eventi della natura con lo spirito degli uomini, quasi sempre in forte conflitto. 
A questa scuola appartennero anche Senòane, Parmenide, Melisso ed Eraclito.

 

 

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