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Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

NUMERO 4-5-6-7 - anno 5° - Aprile-Maggio-Giugno-Luglio 2007

PAGINA 1

   "Che cosa serve il lavoro? Serve a procurarsi tempo libero"   
Aristotele

L'uomo è nel Regno Animale

Tutta la materia è destinata ad una trasformazione: stelle che esplodono nell’universo, ed altre che si formano.
Ciò fa riflettere sul movimento evolutivo della materia. Ci fa pensare al nostro pianeta, alla sua nascita e poi alla sua trasformazione.
L’umanità ha suddiviso in periodi la trasformazione avvenuta nel tempo: il regno minerale, quello vegetale, e per ultimo il regno animale. Ed in quest’ultimo ha identificato se stesso.
Questa situazione mi ha fatto riflettere molto. 
Se dal regno minerale c’è stato un susseguirsi di movimento in avanti, è chiaro che questo movimento deve arrivare al suo compimento, che ha uno scopo.
Ora l’uomo è parte integrante del regno animale: e qui ho un sobbalzo di rifiuto.
Per quanto le bestiole siano graziose e simpatiche , soprattutto quelle abituate a convivere con noi, mi riesce difficile sentirmi un animale.
Nessuna bestia al mondo scriverebbe ciò che sto scrivendo ora, sia di pensiero, sia d’azione, ossia prendere una penna in mano ed esprimere sulla carta il proprio pensiero.
Ne deduco che l’uomo ha un suo compito: prendere coscienza che non è un animale. La sua responsabilità è di continuare il percorso evolutivo e creare il regno umano.
Finché l’uomo si sente nel regno animale darà sfogo all’aspetto più istintivo del suo vivere , cosa questa tipica della bestia, il cui scopo principale è quello di difendere il proprio territorio, come lo sta imitando l’uomo. Egli è rimasto legato al possesso. Se l’uomo non ha proprietà, ossia non possiede, si sente nulla.
Ma vediamo perché è così difficile questo salto di qualità. 
La difficoltà esiste perché viviamo di memoria, e la memoria ripete ciò che è il nostro vivere, il nostro pensare.
Significa che l’essere umano guarda molto dietro le proprie spalle. Ed è lì che ritrova il proprio passato meno evoluto. Sembra quasi che abbia paura nel guardare in avanti, perché il futuro è la proiezione di ciò che siamo ora.
Non sappiamo come fare a cambiarlo.
L’aspetto sconosciuto ci intimorisce. 
Lo abbiamo capito mentalmente, ma non sappiamo far vivere ciò che abbiamo capito con la mente. Non è realizzato, non è ancora realtà all’interno di noi. 
Tutto si ripete da migliaia di anni nel suo modo di pensare e stranamente, pur avendo compreso, scoperto tante cose dell’esistenza e della natura, prevale il suo aspetto istintivo nelle proprie azioni; ci sono ricadute. Anziché riempire la memoria di antiche ripetizioni, oggi l’uomo ha la possibilità di guardare si il passato, ma anche di inforcare un nuovo tipo di occhiali per vedere quante meraviglie ha in sé. 
Occorre guardare avanti ed uscire dal regno animale per creare un mondo giusto per le qualità che ha in sé. 
Non dobbiamo credere di avere scoperto tutto. 
Abbiamo tutto da vivere col cuore, con il cuore del regno umano.
La luce dell’uomo.

Carla Orfano

 

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