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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

N° 1 - anno 10° - Dicembre 2010-Gennaio 2011

PAGINA 4

   "Io trascorro il Natale in silenzio, guardando fuori dalla finestra,
ed ascoltando i rumori della strada.
In tal modo scopro la mia immortalità"   

Wolfang Goethe

 

Andare nel profondo

Scrivo questo mio film che gira in me. 
Questo continuo ripetere la nostra vita, il nostro pensare. 
Viviamo film immaginari, ripetiamo scene che vorremmo che avvenissero, viviamo scene che la gente stia li a guardarti come tu hai bisogno e che ti veda come tu vorresti. 
Viviamo questo film ad occhi aperti. 
Ripetiamo sempre le stesse immaginazioni. 
Cambiamo persone ma il film dentro di te è sempre lo stesso che si ripete. 
Vorremmo che gli altri ci vedessero speciali, ci considerassero come veramente speciali e muoviamo i film del nostro pensare in quello che vorremmo che dicessero a nostro piacimento. 
La nostra vita, la vita del continuo immaginare.
Riportiamo sempre nel nostro presente questo bisogno che gli altri ci riconoscano. 
Quanto è forte questo mondo astratto dentro di noi. 
Noi viviamo in esso, noi pensiamo di essere esso, crediamo ciò che pensiamo, d'altronde non sappiamo vedere altro di ciò che abbiamo messo nella memoria.
Quanto freno crea il nostro pensare, quanti fuochi accende e spegne, quante insicurezze. 
Il mio mondo fatto di sottovalutazione, il mio mondo creato da ciò che ho assimilato, la mia vita è ciò che penso non posso essere altro che ciò che penso. 
Nessuno sa chi è, tutti credono di essere ma nessuno dice io esisto oltre a tutto ciò che credo di essere, che penso di essere. 
Schiavitù del mio pensiero che mi crea la mia vita, che mi fa fermare, che mi muove, che mi fa innamorare.
Tutto ciò che viviamo non ci appartiene è tutta roba assimilata all'esterno di noi e noi ne abbiamo fatto la nostra casa dimenticando che tutto ciò non sono altro che parassiti che con l'inganno si sono sostituiti a ciò che sono perché io non posso essere solamente una copia di ciò che ho visto e sentito intorno a me.

C. P.

 

Dentro le cose

A volte sto dentro le ferite, sto dentro la sofferenza, sto dentro il dolore, sto dentro le barche sole, dentro la pelle; a volte senza tutto anche quello che non vedo ed alimento il mio disagio, a volte piango, stupito di sentire il battito del cuore, a volte vedo il respiro di tutti, sento la bocca amara, aspetto il sole, metto la speranza di fronte al vedere; a volte sbaglio il mio tempo, decoloro la vita, aspetto quel giorno, ripongo una mia fiducia che, tradita, poi mi lascia solo; a volte ho il sapore del mare, sento il vento sbagliato, so del tempo perso, vedo la costruzione difficile; a volte assaporo non ricordando come son arrivato fin qua a saper sentire quel sapore, a volte sono colto da un amore profondo da un cuore considerato, da vedere e sentire, il pianto la rugiada sugli occhi, a volte temo il peggio, sono li lì per morire con il pensiero certo di morire, a volte mi accorgo del mio morire della mia strada vuota dall’amore corrisposto, a volte rimango solo a nutrire il tutto, a pensare che ciò che avvenga sia vero e corrisposto, a volte sono un discepolo sbagliato, un vigna morte, a volte l’uva non fa più il vino e cerca i mosto rancido, a volte c’è il suono, c’è il suono, sento il suono che si amplifica in me e mi rimette in vita, a volte è solo la musica che mi da il mio canto che mi da il mio esprimermi, a volte non vorrei le genti non vedrei gli uomini, le umanità, i problemi, a volte non vorrei render conto a nessuno, vorrei esser solo creato, solo sole,solo respiro, solo canto, solo trillio di un uccellino, a volte vorrei essere libero di amare profondamente completamente, a volte vorrei la voce profonda dell’afflato amoroso, della parola sincera, a volte vorrei la possibilità intera di essere amore a volte sono amore,come adesso respirando, finalmente … a volte …

Nicholas

 

 

Esplosione

Esplosione. 
Esplosione dentro di emozioni infinite, come un vulcano. 
Il Mondo. 
Mi sento dentro grande. 
Mi sento forza ed energia di quelle che sono così intense, che mi sembra assurdo che possa esistere la paura.
Il Mondo, un'esplosione dentro, sembra assurdo a dirsi, ma è come se a vedere il Mondo sia per me un grande aiuto a crescere. 
Questo Mondo è così bello, perché c'è stata solo esplosione di energia e di Amore. 
Solo con l'Amore si possono creare cose così belle, come il nostro pianeta. 
Casa nostra.
Il Mondo è stato fatto con Amore e si vede. 
Basta vedere come è bello, e noi non abbiamo imparato niente. 
Noi così stupidi ed insensati.
Come è bello invece il Mondo. 
Un amore grande, questo cielo blu, con la luce più incantevole che si possa immaginare.
Come è grande questo pianeta... è una sensazione strana. 
E' come se lo sentissi tutto dentro di me.
L'Amore che ci comunica non siamo mai stati in grado di capirlo. 
Il suo insegnamento, la via della Bellezza, dell'Armonia, della Luce; ce la insegna da milioni di anni e noi non abbiamo capito niente.
Come siamo stupidi, arroganti e piccoli. 
La bellezza aiuta a crescere, la bellezza è amore. 
E' la prima volta che provo questo dentro di me così. 
E' la prima volta che ho questo pensiero nella mia vita.

R. P.

 

La mia forma interiore

Insomma mi piace la forma, quando vedo l’espressione visiva originale di qualsiasi forma mi ravviva , mi rivelo, mi espando e mi sento altrove. 
Senz’altro è lì il luogo in cui vorrei essere, il luogo dell’espressione, il luogo della mia misura, il luogo della mia predisposizione. 
Allora lì in quel luogo vedo la mia fonte, il mio domani, il mio rinnovamento, so di me, conosco me, vedo l’altare a cui vorrei essere, vorrei dare lì la mia voce, lì so di me.
Conosco me e vado nel posto che ho sempre cercato, nel luogo interiore, nella velocità, nella dimensione che mai tengo, che anelo della mia misura, li sento la possibile costruzione… 
Quello è il mio unico mondo, il mio cenacolo dove vorrei che ogni cosa filasse, fosse il mio ordine, il mio ordito, lì la trama del mio tessuto per riconoscere tutto, sentimenti, invidie, inadeguatezze, dolore mio e degli altri.
Li in quel tessuto la mia natura il mio riconoscere, forse questo uomo che finora si è riconosciuto nell’uomo sessuale, l’uomo che ora so incerto, non certo uomo. 
Ora li so che c’è tutto, la chiave di ogni mio pensiero, la chiave del non profondamente espresso, del non profondamente ligio perché sconosciuto e senza amore, ora so che li c’è il testimone dell’uomo compiuto.
Il testimone della vera espressione che nella vita ti porti inconsapevole … 
Ora so di essere di tutto ma nella vita mai realmente me, il mio reale testimone, ora come ieri.

N. C.

 

 

Paura

La paura. 
La paura della paura. 
Accompagnate dalla paura.
Farsi del male. 
Stare immobili per paura. 
Troppa luce. 
Troppo buio. 
Troppo tutto. 
Non camminare farsi male. 
Chissà cosa ci sarà dietro l'angolo. 
Chissà cosa si nasconde in quel cibo.
Chissà che malattia mi verrà. 
Chiudersi. 
Chiusura. 
Dentro una grotta. 
In fondo. 
In fondo questo è l'inferno, vivendo l'inferno come si può avere paura di andare "all'inferno".
L'inferno lo viviamo tutti i giorni se viviamo con la paura.
Il dono più grande, la vita la sprechiamo così, ad avere paura.
Ed allora mi chiedo ma se non riusciamo ad amare la vita, perché abbiamo così paura della morte?

Alina

 

 

Angeli

Angeli di pace albergano nel mio cuore. 
Dettano la luce al mio cammino. 
Profumano d'incenso e inebriano i miei pensieri a lungo sopiti, i miei sensi si risvegliano e sorge un nuovo giorno.
Un fiore in dono, oggi é un giorno di pace.

Alina

 

 

Le parole sono pietre

Le parole sono pietre, pietre che riceviamo e pietre che tiriamo, ci colpiscono e si depositano dentro di noi, anche il silenzio è una pietra, pietre che abbiamo dentro e che restano lì. 
Quando ero piccola parlavo poco ma ero piena di pietre dentro, poi ho iniziato a parlare tanto ma le pietre sono rimaste e le parole che faccio vengono lanciate fuori ma restano anche dentro di me perché le ricordo.
Quanto sono importanti le parole e i silenzi, non ne sono mai stata consapevole, è sempre uscito ed entrato dentro di me senza neanche che ci pensassi. 
Vedo i bambini e capisco quanto sono delicati, noi adulti non abbiamo nessun rispetto perché non ci rendiamo conto che le pietre che colpiscono loro sono molto più pesanti di quelle che colpiscono noi. 
Le parole rivolte ai bambini dovrebbero avere la leggerezza di una piuma colorata.

M. B.

 

 

Il mio aiuto per me

Sto bene, nonostante tutto. 
Voglia di fare, voglia di vivere, di andare avanti. 
È mattina presto. 
Così vorrei sempre sentirmi.
Invece ci sono stati risvegli d’angoscia, mattine pesanti in cui sentivo che era difficile pensare a qualsiasi iniziativa. 
Stati d’animo diversi. 
Ieri sera ho riflettuto sui miei falsi ricordi, a come sono legata a un sogno non vissuto, a un qualcosa che non voglio considerare come problema dentro di me. 
Perché questo? 
Man mano che acquisto fiducia in me, man mano che esploro il mio mondo sento meno alto il piedistallo su cui l’ho sempre messo. 
Sto alzando me e si sta abbassando lui, però non sono ancora arrivata ad avere i due piatti allo stesso livello.
E poi ho sostituito lui con mia madre. 
In entrambi i casi ho come una spinta indietro quando c’è da guardare ognuno di loro due per quello che sono. 
Quello che mi sta salvando è il desiderio di andare incontro a me stessa, cioè ho spostato l’attenzione su di me, ma nel mondo giusto. 
E vedo che funziona,perché mi fa stare bene, mi fa tornare la voglia di vivere, la curiosità di sperimentare, di verificare i miei limiti, oltre ai quali non mi ero mai spinta, chiusa nel mio mondo fino ad ora. 
Mi sto accorgendo in molti casi di non sapermi muovere fuori dal mio mondo di abitudini. 
Sto cominciando a rendermi conto che è bello imparare e conoscere e, tutto sommato, con la costruzione che sta crescendo in me, mi sento agevolata e pronta a ricevere, a osservare gli impatti che mi arrivano, vedere cosa provocano e come risponde la mia anima. 
A volte sono molto forti e non è facile rimanere dentro quando un impatto mozza il fiato e mi sembra di vivere un incubo. 
Lì, sono sola con il mio impatto da gestire e mi dico:“Ma io ci sono? Dove sono?”.
Ora posso dire:“Ci sono, sì ci sono, e mi affido a ciò che è fermo dentro di me”.
Ancora non riesco a crederci di avere dentro me l’aiuto che ho sempre cercato fuori. 
Io che mi sono sempre aspettata l’aiuto di qualcuno, io che mi sono sempre appoggiata senza mai conoscere quel filo speciale tra me e me. 
Come se avessi avuto un recondito bisogno di una manifestazione materiale, che i miei occhi potessero vedere l’aiuto, che le mie orecchie potessero sentirlo, le mie mani potessero toccarlo, tutto solo legato ai sensi. 
Ora è una sensazione nuova quella di fare qualcosa per me, in piena autonomia e assisto sempre con meraviglia al mio stato d’animo che cambia perché sono con me, in una parte di me che è me. 
A volte penso: troppo bello per essere vero. 
Ma è vero? 
Io che sono la mia “rianimazione”.
Così si diventa ottimisti! 
Il mio ottimismo, figlio della mia costruzione: lenta, laboriosa… ma reale.

Roberta

 

 

Orgoglio e frustrazioni

Il condizionamento ti rende fragile.
L'orgoglio ti rende disumano e l'invidia mendicante.
Come imbruttiscono il volto questi orrori di condizionamenti, cambia la voce, dall'espressione degli occhi scaturisce la rabbia e l'energia buona svanisce. 
Le frustrazioni ti trasformano e ti fanno dire cose senza senso.
La frustrazione annienta la lucidità del pensiero. 
Chiunque può diventare tuo nemico. 
Il cuore non c'è, l'amore non c'è, esiste il bisogno frustrato, imperioso su tutto. 
Su qualunque cosa. 
La rabbia ti rende disumano, il ragionamento è annientato, esiste solo la frustrazione.
E che dire poi dell'orgoglio?
Io più di te, io che non cedo e non ammetto l'errore.
E due orgogliosi insieme poi? 
Io ho ragione, lui ha ragione......... 
Ma tutta questa ragione a cosa serve, che cosa ce ne dobbiamo fare?
Non si mangia, non si vende, non si tocca, ed alla fine non ti da' nulla. 
Già "io ho ragione", è il frutto di "io ho frustrazione", però mascherato come se fosse qualcosa di giusto. 
E se anche fosse giusto, perché doverlo sottolineare o farlo pesare all'altro? 
Si deve dimostrare che io sono più di te. 
E poi a cosa serve? 
A cosa porta?
L'altro come si sente? 
Il desiderio di supremazia è degli scontenti, è degli ignoranti, è di quelli che non hanno la capacità di vedere quello che valgono ed aspettano il riconoscimento solo dagli altri. 
Però non è da imbecilli lavorare tanto e non accorgersi dei risultati e dei cambiamenti raggiunti?
Quando faccio tutto questo sicuramente sono la più imbecille di tutti.

Gabriella

 

 

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