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Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

N° 1 - anno 10° - Dicembre 2010-Gennaio 2011

PAGINA 5

   "Una festa è grande quando offre motivi per riflettere sulla nostra vita"   
Socrate

 

      ARTE  &  CULTURA     

 


astrattismo di Picasso

nuovo romanticismo di Fiocco

socialismo di Pellizza da Volpedo

 

Quale futuro?

Da sempre le grandi crisi economiche hanno creato momenti di difficoltà nel settore dell'arte. Termometro di questa difficile situazione sono i galleristi ed i librai.
La crisi dell'editoria segna il passo e non accelera neppure sotto le grandi feste.
Le tele rimangono avvolte nelle coperte d'imballo, e manco i grandi nomi della pittura riescono a far convergere verso questo settore i risparmi di chi teme una svalutazione e cerca un bene di rifugio.
Sotto questo aspetto è interessante raffrontare la nascita di correnti artistiche in relazione ai grandi momenti della storia politica.
Il decadentismo rinascimentale subì un rilancio notevole sul finire del 1700, quando sulla leadership di un Louis David l'arte pittorica francese innescò un processo di chiarismo che dilagò in tutta Europa.
Le crisi della fine del 1800 e prima decade del 1900 inventò l'Impressionismo, e subito dopo, come contrapposizione , ebbe nascita il cubismo, l'esistenzialismo, l'astrattismo. Una maniera che ebbe momenti difficili testimoniata anche dagli italiani macchiaioli che avevano (con Giovanni Fattori, 1860) anticipato il tema parigino.
Non dobbiamo dimenticare che Modigliani (impressionista) era di Livorno, e la capitale dei macchiaioli era Firenze.
Ma questo astrattismo esaltò veramente l'espressione artistica? Le critiche non mancano. Sotto accusa sono i commercianti d'arte, i galleristi, gli espositori. Vengono incolpati di aver incentivato il mercato con nomi, e non con opere.
I privati acquistavano una tela in base al nome dell'autore, senza calcolare il valore del quadro, della pittura, della capacità espressiva.
L'argomento torna a galla in questi giorni in seguito ad una vicenda tanto assurda quanto desolante: un elettricista solito a controllare l'impianto elettrico di casa Picasso ha messo in vendita 271 opere attribuendole a Pablo. I galleristi giurano che sono dei falsi, messi in commercio al solo scopo di abbassare la quotazione dei quadri dell'astrattista di Malaga. L'elettricista assicura che gli sono stati regalati da Jacqueline Picasso al termine di un cortocircuito. Ed i critici ? Tacciono. Non sanno se le opere dell'elettricista sono vere o false. (I giudizi sui sassi di Modigliani bruciano ancora come ferite sotto l'aceto). Potrebbero essere autentiche, ma c'è il condizionale. E quanto valgono? "Da mezzo euro a 5 milioni di euro l'una. Dipende se sono autentiche o fasulle". Povero Tintoretto che sfidava sor dè Cenci invitandolo a dipingere una tela come la sua.
Nasce una domanda: la coltellata di Lucio Fontana, inferta alla tela nel 1960 (Concetto Spaziale) quotata dieci milioni di euro, troverebbe una valida concorrente in una forbiciata su stessa tela inferta da Casimiro Lo Presti di Campobasso? Ma allora l'arte è quotata dal servizio anagrafico comunale come la tessera sanitaria?
Ci sono poi opere immortali inestimabili che rappresentano epoche storiche di rinnovamento politico: tipico esempio è il "Quarto Stato" dell'alessandrino Giuseppe Pellizza da Volpedo, diventato simbolo del Socialismo esposto alla Galleria Civica di Milano. E nello stesso tempo opere intelligenti che segnano una prosecuzione del tema storico, come "Bimba del Quarto Stato", dove l'autrice, Linda Fiocco (esponente del romanticismo moderno) denuncia lo "stato" dell' attuale società minorile, proponendo quella bimba che Pellizza aveva messo in primo piano tra le braccia della moglie del rappresentante sindacale. Non più una bimbetta di pochi mesi, ma in età evolutiva, con lo sguardo confuso, avido di certezze che gli adulti le negano.
Nel suo libro "Estetica" Benedetto Croce afferma che un'opera artistica deve innanzitutto piacere a chi la compra. E' un messaggio trasmesso dall'autore attraverso il dipinto. O piace o non piace. Orribile pensare di arricchire la casa con tele rifugio monetario. "I commercianti - aggiunge il grande filosofo - vivono ed ingrassano sui conti in banca degli sprovveduti."

Alberto Volpe

 


Giovanni Battista

Le impostazioni avevano oscurato questo talento

Grazie ad un episodio che ho vissuto e per “come” l'ho vissuto, mi sono resa conto di come ancora oggi ne soffro. E ringrazio chi mi ha fatto vedere un altro pezzo di questo mosaico, ancora confuso, da mettere in ordine.
Mi riferisco alle imposizioni che mi sono state obbligate.
Qualcuno me le ingiunge. Già mentre scrivo mi scendono le lacrime. Faccio fatica in questo momento, quasi un non voler vedere, eppure un attimo fa ho ancora sentito due mani che mi stringevano la gola. Tante imposizioni, è sempre stato così per me, da quando mi ricordo, prima mia madre, poi mio marito, una costante nella mia vita, una cosa da spezzare, da superare. Ed ecco mi arriva questo episodio di per sé normale per una cosa che mi pareva giusta, utile. Mi è stata suggerita, spiegandomi che mi sarebbe servita per esprimermi.
Ma l'ho subito valutata difficile come se non fossi stata in grado di fare Ho cominciato a sentire un profondo rifiuto, e per questo l'ho affrontata di mala voglia, in quanto era da fare. Non ero assolutamente cosciente di essere tesa, perché obbligata. Due ore pesanti in cui non mi sono staccata da lì, mi sentivo addosso una stanchezza esagerata, sproporzionata.
Poi ho terminato; distrutta, come se fossi finita sotto un tir.
Ho guardato il risultato come un’ebete, incredula io stessa: sono stata due ore ad ansimare e a chiedermi perché ero finita lì e intanto il dono che ho dentro, un mio talento naturale, lavorava al posto mio e io non lo aiutavo e non lo riconoscevo.
Tutto questo mi è servito per riprendere in mano un vecchio condizionamento e, dalla tensione che ho provato, comincio a capire l’effetto devastante che hanno sempre avuto le imposizioni su di me. Ora sento un formicolio alla mano sinistra.
Se penso all’energia che mi hanno tolto quelle due ore è chiaro che la mia vita non poteva essere che così, senza energia, senza coscienza delle mie capacità, senza conoscere la mia espressione, con quell’ebollizione interna che se non avessi incontrato la ricerca interiore, sarebbe soffocata con me.
Una vita conclusa inutilmente. Avrei dovuto ricominciare tutto da capo, chissà quando.
Invece adesso sono qui nella mia casetta che ho messo come piace a me senza imposizioni e la trovo bellissima. Tutto ora dipende da me, ho la responsabilità di me stessa della mia vita, del mio oggi e questo mi fa salire un nodo alla gola, ma questa volta di commozione, perché ora posso fare per me.
Perché ora mi sento dentro tutto quello che mi occorre e questo mi dà una gioia mai provata.

Rosanna Marchiaro

 

 

Cerco di capirmi

Tutto si forma nella non considerazione che ho della mia esistenza.
Uno strada facendo vive per il domani e non si rende conto che è sempre nel domani. 
La proiezione del domani rende la vita di oggi una frustrazione.
Uno vive per il domani. 
Uno vive per ciò che vuole fare, per ciò che avverrà e la vita passa. 
Tutti dicono la mia pensione sarà la mia serenità e si dimenticano di vivere. 
Arrivi alla pensione e subito ti scatterà qualcosa che deve arrivare, che un giorno arriverà.
Questa è la vita che ogni essere umano vive, crea malessere nel presente per un futuro migliore. 
La mia pensione è giorno per giorno, il mio lavoro raccolgo i frutti man mano che mi arrivano, non aspetto che ne abbia tanti per poi pensare di poter prendere i miei frutti. 
Che frustrazione vivere e non accorgersi che il secondo dopo tu non hai più modo di vivere. 
Basi la tua vita sul dopo e il presente offuscato da ciò che arriverà. 
Vita così sottile nel farci correre, nella paura di ciò che avverrà.
Cerchiamo la sicurezza in qualcosa di instabile come la materia. Siamo pazzi e pensiamo di essere sani.

Peppino Carè

 

 

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