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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

NUMERO 4-5 - anno 4° - Aprile-Maggio 2006

PAGINA 5

  "Ci sono delle persone che, prima di pensare, ci parlano su una giornata"  
Jean de la Bruyère

 

                Arte & Cultura             

 

Le ceramiche Raku di Susanna Locatelli

Le bellissime e originali ceramiche Raku realizzate da Susanna Locatelli invitano a riflettere poiché una simile purezza di linee ha qualcosa di molto profondo, di antico.
Tali soluzioni compositive affascinano sia per le forme che per la lavorazione. 
Pur assumendo un volto familiare, le ceramiche Raku sono oggetti che racchiudono in sé molto un forte sincretismo poetico ed un origine antichissima capace di sottrarsi agli appesantimenti di ordine consumistico.
L’ideazione di tale tecnica viene attribuita al ceramista giapponese, Chojiro, vissuto nel sedicesimo secolo. Le ciotole Raku all’epoca venivano utilizzate per la cerimonia del te, che come si sa ha una valenza anche spirituale nella società giapponese. 
Tale cerimonia comprende dei rituali ben precisi e antichissimi da seguire, e questo è vero anche per la creazione e la realizzazione delle ceramiche Raku, in un binomio ideale che il tempo non ha scalfito.

Infatti per ottenere questi
oggetti unici e di grande fascino, bisogna seguire una sequenza di operazioni rigorosamente stabilite, dal primo contatto con l’argilla alla cottura. 
Non si usano strumenti, per realizzare queste ceramiche: è il contatto diretto tra l’artista e l’argilla che crea l’oggetto unico e in un certo senso depositario della sensibilità del suo creatore.

Ovviamente nel corso del tempo sono state studiate delle tecniche aggiuntive che non hanno snaturato la particolarità di base della ceramica Raku, ma hanno permesso di ampliarne gli effetti, sia materiali che evocativi. 
Sfumature e minimi tratti che contribuiscono a potenziare quella che è la qualità primaria di dette ceramiche: l’unicità.

Susanna Locatelli con le sue creazioni di notevole potenza linguistica riesce a rendere appieno quello che è il significato attribuito alla parola Raku: gioia, liberazione. 
Ammirando la solennità delle sue composizioni è proprio quello che si prova nel profondo dell’anima.

Elisa Bergamino

 

 

                Libri             

 

Guido Amoretti - Pier Giuseppe Menietti
Torino 1706
Cronache e memorie della città assediata

Piemonte in Bancarella 

Nel maggio del 1706, durante la guerra per la successione al trono di Spagna, Torino su assediata da quarantaquattromila soldati francesi e spagnoli. I militari che difendevano la capitale sabauda erano solo diecimilacinquecento, ma combatterono strenuamente fino al 7 settembre, quando francesi e spagnoli furono sconfitti dalla compagine dal Principe Eugenio e del Duca Vittorio Amedeo II.
Torino resistette all'assedio grazie alle fortificazioni che la cingevano e all'imponente Cittadella, epicentro di numerosi episodi eroici, come quello famoso di Pietro Micca.
Guido Amoretti e Piergiuseppe Menietti hanno ripercorso le vicende dell'assedio e della battaglia con un accurato esame delle cronache e dei documenti dell'epoca, cedendo spesso la penna ai protagonisti di quegli anni, testi recuperati dai memoriali del conte Giuseppe Solaro della Margarita, e del sacerdote don Francesco Antonio Tarizzo, di Favria Canadese.
Al di là delle azioni militari Amoretti e Menietti hanno rivolto un'attenzione particolare alla Città – duramente provata dagli eventi bellici –ed alla popolazione civile, cogliendo singolari notizie dai censimenti dell'epoca.
Nella città bombardata di continuo serpeggiava la paura. Mancava il cibo, i lazzaretti erano stipati di feriti.
Da quest’opera scaturiscono i pensieri di un popolo stretto nella sua città che ancora oggi mostra di quell’assedio eloquenti cicatrici.

Luigina

 


 

Stefano Guglielminotti Trivel
Sui limiti del dovere
Mef Firenze

Il saggio affronta in prospettiva critica e polemica il tema della coscienza morale così come è vissuta e concepita nel mondo contemporaneo, che l’autore vede ancora profondamente influenzato da una visione moderna della morale ancorata alla percezione soggettiva, intimista e categorica del dovere, che ha trovato in Immanuel Kant la figura storica e filosofica attraverso la quale essa ha raggiunto la sua giustificazione razionale compiuta.
All'interno di una analisi della "Critica della ragion pratica" di Kant, attraverso dimostrazione esperienziale (e non semplicemente empirica), l'autore cerca di eradicare la convinzione comune che la coscienza morale abbia una esistenza e un valore solo se la si considera , consciamente o meno, assoluta e indipendente dall'esperienza, e anzi cerca di mostrare come, quando ciò avviene, tale convinzione distrugge la stessa morale e porta il mondo a derive irrazionaliste, mentre l'accettazione delle strutture dell'esperienza e l'identificazione in essa di un ambito del dovere fattuale, ma sempre problematico per quanto riguarda i confini che esso intrattiene con il resto del mondo dell'esperienza, è l'unico caposaldo che può portare alla salvezza della moralità e della Ragione. 

S. G.

 

 

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