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Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

NUMERO 14 - anno 4° - Febbraio 2006

PAGINA 5

 "La natura è rilevazione di Dio. L'arte è rilevazione dell'uomo"  
H. W. Longfellow

 

      ARTE  &  CULTURA     

 


Santhal Women, Oil on Canvas, Umi Bedi, 1971

Umi Bedi

Umi Bedi artista raffinata e dolce, dai suoi dipinti scaturiscono miriadi di sensazioni.
Sembra che il suo tratto voglia trasmettere l’essenza di ciò che lei sente, come se comunicasse una soluzione espressiva del proprio essere. 
La sua potenzialità è senza limiti, spazia nei sentimenti più profondi, nel “senza forma” per riprenderla nuovamente e poterla esprimere nel concreto, espandendo attraverso la materia la sua verità.
Nelle figure dipinte vi si trova l’armonia dei giovani corpi, esaltandone le parvenze. 
Tratti sicuri che danno signorilità ai volti, ed proporzione espressiva della sua terra.

Umi Bedi vive in India, a Bangalore con il marito Ranga Bedi nella loro nuova splendida casa.
Artista e donna dolcissima.
Conoscendola posso dire che ha una carica espressiva inesauribile da donare all’arte, e la si percepisce osservando le sue tele, piene di immensa energia, di magie, di profumi, di colori della sua meravigliosa terra che offre sensazioni uniche ed irripetibili.

C. O.

Gloria Salvat

Fedele ad una ricca e attenta ricerca pittorica, risucchiata da trasfigurazioni informali cariche di misteriosa energia, la giovane pittrice Gloria Salvat può vantare una produzione dove idee e immagini appena delineate paiono germogliare l’una dall’altra in una danza che fonde la realtà con l’immaginazione.
Dai pezzi di maggior respiro, come le carte che compongono la rassegna formandone l’ossatura fondamentale, viene messa in luce una riuscita sintesi dei soggetti che appaiono filtrati, densi, corposi eppure impercettibilmente lievi, quasi vi fosse l’intervento di un segno-guida che solca e imbriglia il mare delle emozioni.
Il tutto basato su un’impalcatura, che ci permette di vedere al di là della barriera creata dagli uomini, la cui valenza concettuale ricca di rimandi esistenziali è molto forte. 
Ma quello che conta veramente nella produzione della Salvat è la reale tensione creativa, un’ansia insieme mentale, fisica e psicologica, quasi certamente simbolo di una ricerca che si sublima nell’impatto intellettivo della scoperta, nella reinterpretazione della realtà delle cose, nella filosofia dell’atto pittorico.
Le sue opere si caratterizzano infine per la tematica, per le tante sfaccettature, per i molteplici significati e per le diverse interpretazioni e narrazioni. Si tratta dunque di tracce indelebili che permettono al fruitore di accostarsi ad una tecnica matura e complessa, frutto di studi e perfezionamenti non superficiali in cui ran-nicchiarsi a meditare sul senso della vita e sulla sua caducità.

Elisa Bergamino

Ballata per un clochard
un quadro di Franca Valeria Oliveri

Nel territorio di Caselle e Mappano si sono sviluppate, negli ultimi anni, tante espressioni d’arte.
Una vera e propria esplosione si è manifestata nelle arti figurative di ottimo livello professionale, con tanti appuntamenti che hanno lasciato un segno di riferimento.
Anche per questo mi piace ricordare la mostra d’arte contemporanea con tredici artisti legati all’Associazione “IT-ART” e coordinati dal suo Presidente Franca Battistella. 
Quella mostra itinerante, innovativa per il territorio, dopo l’esposizione di Mappano raggiunse la rinomata isoletta di Venezia: Albarella.
Un altro momento proficuo è stata la “Mostra dei trenta”, che hanno esposto nelle sale del Palazzo Comunale di piazza Europa in Caselle. 
Un messaggio forte con trenta artisti che si sono legati all’Associazione “Lo scalo”, fondata e diretta dal maestro del collage Stefano Rollero.
E ancora “I sei della Valle di Lanzo”, come richiamo prestigioso dei “Sei di Torino” che hanno caratterizzato, in gran parte, l’arte del Novecento torinese.
Oggi vorrei parlare di una delle pittrici di prestigio, la torinese Franca Valeria Oliveri. 
Una insegnante di matematica, ma con una tale dedizione alla pittura da far pensare che sottrae alla sua arte solo il tempo necessario per fare l’insegnante e non viceversa.
Desidero scrivere di lei per una maggiore conoscenza della sua ampia produzione artistica in evoluzione: quadri dipinti con uno spirito artistico rassodato, contemplativo e nella dolcezza del colore ben studiato.
Infatti nelle sue opere, esposte in numerose mostre d’arte, si avverte il percorso lento della materia che prende forme umane nel ritratto e proprio nel ritratto ogni segno è lavorato con tale dedizione che sorge spontaneo il richiamo di quella rinascita dell’arte com’è stato il XVI secolo italiano, dove l’arte sembra abbia scelto il suo destino migliore, proiettandolo per i secoli a venire.
L’opera della Oliveri, qui raffigurata, è stata esposta nella cornice artistica legata al “Maggio mappanese”.
Un’opera molto apprezzata, che ormai fa parte delle collezioni private. La figura di quest’uomo senza dimora, è stata dipinta in un atteggiamento nobilmente pensoso, quasi sonnolento e dallo stato d’animo raccontato nella sintesi della poesia. 
Una bellezza scultorea da far pensare allo studio per una statua che deve assumere sembianze dalle forme umane, vive, con una dovizia di particolari da capogiro: le pieghe dell’impermeabile e dei calzoni con una intonazione dei colori nelle morbide stoffe, le scarpe con tanto tempo dedicato nel dipingerle, i radi capelli, dipinti con piccolissimi pennelli, come segno del tempo trascorso e corollario per una figura fuori del tempo, rassegnata, seduta su una panchina… in attesa e senza sapere che cosa. 
Il tutto poggia in una luce radente che avanza e rischiara ogni cosa come la memoria limpida sul passato di chi non ha più futuro. 
Tutto questo suscita una particolare tenerezza che solo la sensibilità – tipica degli artisti – sa raccontare.
Le opere della Oliveri, come quelle dei suoi colleghi nell’introduzione dello scritto, vanno studiate e guardate con attenzione; solo così si comprende il valore e il prestigio che danno al nostro territorio tutto.
Quando mi è capitato di dover presentare una mostra, a volte ho concluso suggerendo di comprare un quadro, di regalare o di regalarsi il sogno di una cosa attraverso un quadro dipinto; perché un quadro è per sempre e racconta la civiltà e la storia degli uomini nel tempo.

Antonio Zappia

 

 

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