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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

NUMERO 14 - anno 4° - Febbraio 2006

PAGINA 6

 "La bellezza non è nel viso... è nella luce del cuore"  
K. Gibran

 

Acqua

Suoni, rumori nuovi, mi piace sentire l’acqua piovana che dalla grondaia va nella cisterna. 
È un rumore nuovo, prima sconosciuto, e il mio pensiero mi porta alla cisterna che si riempie.
Acqua per la casa, per me, acqua che arriva dal cielo e va nelle tubature della mia casa, ed io mi posso lavare, posso farmi la doccia senza tanto timore di consumare molta acqua, perché fuori piove e quando piove la mia cisterna raccoglie l’acqua.
Scrosciare d’acqua. 
È pur vero che la pioggia trasforma in un pantano di fango la terra intorno, ma riempie di prezioso liquido la mia cisterna! 
Importanza dell’acqua, riscoprire ogni volta che l’acqua è vita, l’acqua è forza, l’acqua è più di un qualunque gioiello, il gioiello non mi darà mai la gioia, la serenità, la tranquillità di una cisterna piena d’acqua.

Gianna

 

 

I pensieri

Meraviglia della musica. 
Mi sono fermata dal mio fare, ho acceso la radio e la musica mi entra dentro rilassandomi le membra, la pelle, i pensieri. 
Pensieri che si placcano e sento solo allora ogni strumento, ma non appena mi ritornano i pensieri, fulminei, veloci, numerosi nella mia mente, non sento più la musica.
Come mi faccio avvolgere e dominare dai miei stessi pensieri ed entro veloce in quei pensieri! 
Di colpo vederli, vedere come mi stanno invadendo tutto il mio spazio, e vedere come mi ci annego dentro, vederli, e poi vederli sparire e ritornare in me e risentire quella meravigliosa musica. 
Io non mi sento mai sola quando vivo la musica, quando non mi faccio travolgere dai miei stessi pensieri e quando ascolto con tutta me stessa la musica. 
Ma quello stare totalmente nel mio silenzio e assorbire la musica è sbalzante, non è costante, perché ripiombo nel film fulmineo dei miei pensieri.

Gianna

 

Fare antico

Le mie orecchie sentono, sentono il rumore della ventola dell’aspiratore della cucina, c’è il brodo che cuoce, c’è la carne che si trasforma in un ottimo brodo, solo sentire il rumore della ventola mi fa già immaginare il sapore. 
Nel camino la legna arde, ma so che arde perché sento il suo crepitio e già solo sentire il crepitio mi fa sentire il calore del fuoco, prima ancora di sentirlo con la pelle. 
Io sono lontana dal camino, ma sento il suo calore già solo con il crepitio della legna. 
Che strano, ma è così.
È bello vivere questa esperienza, semplice esperienza, ma ne colgo la semplicità,l’essenzialità, la bellezza solo quando sono qua, dove sono ora e dove ancora mi sembra di vivere un sogno, un sogno più bello di quello che mai avrei immaginato.
Ma solo nel silenzio dai miei bisogni, dai miei turbolenti pensieri, solo con me che ci sono, posso vivere queste stupende, dolci, tenere emozioni.
Ma sono io che vivo tutto questo? 
Sì sono io. 
Cosa si può volere di più dalla vita ora? 
Niente, perché con me ora ho tutto, ho me, la serenità di me, l’unione con me, con la natura, che vedo, che sento, che percepisco.

G. C.

 

Strada del tempo e strada del cuore

Che cosa strana la vita. 
Un luogo immenso, una distesa immensa, un niente a perdita d’occhio, senza confini, senza fine e nemmeno principio.
C’è una strada lunga lunga, diritta, che attraversa questa landa desolata.
Io sono lì, ferma, su quella strada. 
Mi volto per vedere quanta ne ho fatta, quanto ho camminato. 
E non ne ho più tantissima davanti a me.
Però “ci sono”, sono sulla strada. 
Mi sono fermata solo un momento.
Una tappa. 
So che non rimarrò ferma, non avrebbe senso. 
Ha senso proseguire, con un’energia che mi spinge in avanti, come l’acqua di un fiume, come obbedire all’ordine naturale delle cose. 
Che strana la vita.
Un grande quadro bianco con due lunghe righe parallele che lo attraversano.
Io sono lì, ormai sulla destra del quadro. 
Però sono sulla strada.
E sto camminando.

Rosanna Marchiaro

 

 

Si può cogliere

In questo mondo è così che funziona, quello che siamo veramente è sepolto da tutto quello che abbiamo fatto nostro. 
In questo mondo l' uomo non si sveglia neanche con i cannoni...
Ma svegliarsi non è cosa di un momento è un processo lento, lento.
Ma può avvenire se uno lo vuole veramente.
Svegliarsi da cosa? 
Senz' altro l' uomo non sa nemmeno da cosa deve svegliarsi.
DALLA SUA MEMORIA, dall'identificazione che continuamente creiamo perché nessuno ci ha fatto comprendere diversamente. 
Svegliarsi è andare contro tutto quello che è stato ed è la norma.
Svegliarsi non si può scrivere... 
Si può cogliere, si può sentire nel cuore che è cosi e basta, perché solo nel cuore c'è la verità. 

Enzo

 

 

Ironico e sarcastico...

Nel mio vocabolario a cui attingevo normalmente per dialogare non esisteva la parola "sarcasmo"!
Esisteva solo la parola "ironia" (almeno così ero convinto!)
Quando scrivo io penso di usare l'ironia e invece hai ragione tu, spesso sono sarcastico! 
Il sarcasmo è usare l'ironia per ferire, è un ferire con il sorriso in bocca, forse per fare meno male (ma non ci credo! Io in fondo voglio fare male!) ma è pur sempre un ferire, ed è un ferire fetente perché è una lama che non ti aspetteresti... me ne rendo conto! 
Il mio sarcasmo è figlio dell'invidia, il mio sarcasmo è figlio della mia insoddisfazione, è il prodotto della mia paura e della mia solitudine!
Non c'era nel mio vocabolario ma c'era e c'è nel mio agire: non importa se di fatto non ho mai ucciso nessuno perché, me ne rendo conto, si può ferire una persona pesantemente anche solo a colpi di "sarcasmo"!

Piero

 

 

Per non fare

Soffrire per ciò che non ho
soffrire per ciò che non ho realizzato
soffrire per la mancanza di un progetto
soffrire per la mancanza di presenza
oggi nella mia vita. Basta soffrire!
Non sono nata per soffrire, per stare male
devo capire, comprendere e migliorarmi.
Tutto il resto sono stupidaggini
paraventi di comodo per non fare.

E. L.

 

Il conto

Alla fine dei conti mi accorgo di sostenere con la mia sola forza le situazioni difficoltose che la vita mi presenta e a nessuno dovrò presentare il conto se non a me e a quello che ho compreso o sono in grado di comprendere.

Gene

 

 

Onesto con me

Da quando ho un po’ compreso, che il mondo che creo, sono io, ed è quello che rimane, cerco di impegnarmi di più.
Cerco di non tralasciare più niente, dentro di me, dubbi, crisi di sofferenza, gli vado incontro.
Creo uno spazio mio, sano, libero, senza barriere.

Enzo

 

 

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