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Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

NUMERO 9-10-11 - anno 5° - Settembre-Ottobre-Novembre 2007

PAGINA 1

   "Trattieni il tuo respiro 
  ed allora ti accorgerai che il tuo respiro fa vivere il mio cuore"   
Shopenauer

tramonto

Gelosia? Grazie no! È “umiliazione” !
Prendere coscienza ci aiuta a ritrovare se stessi

Quanti suicidi, omicidi, stupri, vendette.
Molte volte sembra che il motivo sia una vendetta per gelosia.
Proviamo ad analizzare fino a che punto è gelosia o qualcos’altro. 
E’ possibile essere gelosi senza una motivazione?
Viviamo nella legge di causa-effetto.
O una persona è fuori di testa, oppure la cosiddetta gelosia ha una causa.
Allora, se c’è una causa ben precisa, è giusto chiamarla “gelosia”? 
Il problema è la causa o l’effetto? Quale può essere il motivo scatenante? 
Esempio: una donna fa la civetta con altri uomini avendo il marito vicino e si diverte a pavoneggiarsi, ovviamente questo esempio vale anche per l’opposto.
Come può sentirsi il marito? I suoi occhi vedono e le orecchie sentono (essi sono parte dei sensi che mandano il vissuto nella memoria). 
Si forma un’idea, un’opinione, una constatazione della realtà che sta vivendo. 
Per educazione si può far finta di non vedere. Ma ciò che accade all’interno della persona è interessante comprenderlo.
La fiducia se ne va, e piano piano si prende coscienza. Una volta soli i due possono avere vari battibecchi. La reazione della persona scorretta è quasi sempre: “ma tu sei gelosa, non mi lasci esprimere” o cose simili. Quando la fiducia non c’è più il sentimento è irrecuperabile.
Se si immagina di vivere in questo modo per anni, l’esistenza diventa un inferno. La persona scorretta ha gioco di ripetere il suo modo di vivere per accusare e cercare di far sentire colpevole la persona che ha assistito sgomenta a tanto ardire. Facendola sentire gelosa come gli piace credere o far credere.
La persona offesa se all’inizio può “pensare” di esserlo perché se lo sente dire molte volte e ne rimane condizionata, piano piano si rende conto che quella che viene interpretata come “gelosia” in realtà è “umiliazione”.
La memoria le proietta ciò che ha visto o udito e con l’esperienza ed una buona presa di coscienza, può annullare il deposito accumulato; naturalmente le conseguenze possono essere positive o negative, a seconda della capacità di comprensione della persona.
Una moglie o marito di fronte a tanta sfacciataggine del partner, vive il sentire che non è amata, né considerata.
Questo comportamento può creare acredine, ribellione, esasperazione, fino a sfociare in reazioni anche violente.
Oggi i nostri sensi vedono tante crudeltà perché si pensa che fare qualsiasi corbelleria che passa per la testa sia segno di libertà.
Molti delitti che oggi apprendiamo dai media hanno come sfondo l’ “umiliazione”, che tocca le corde più sottili più profonde dell’aspetto umano.
Queste reazioni non sono dettate dalla gelosia, ma da ciò che i sensi della persona hanno visto , udito, toccato, e sono registrate nella memoria, bene impresse. Cose dolorose, sfumature vissute, difficili a raccontarsi, ma che possono scatenare l’ira e la vendetta.
L’ “umiliazione” non è quasi mai presa in considerazione, e viene scambiata molte volte per gelosia. 
E’ importante oggi più che mai fare un lavoro interiore per superare e comprendere le mancanze altrui, ed irrobustire la certezza in se stessi. La propria visuale di vita come una colonna che si erge ferma e maestosa verso l’alto.

Carla Orfano

 

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