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Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

NUMERO 3-4 - anno 1° - Giugno-Luglio 2003

PAGINA 8

"Nella memoria manca l'amore"
*

 

Eppure c’è un modo molto “facile” per sconfiggerla: la conoscenza
La paura, il buio nell’uomo

Sono molti gli spettacoli cinematografici e televisivi che hanno come richiamo la paura. Gli autori sono probabilmente convinti di esprimere un assurdo, in realtà questo sentimento è radicato in tutti anche con matura esperienza.
Cerchiamo di scoprire perché si ha paura sia del concreto sia del non conosciuto.
All’inizio di un cambiamento siamo assaliti da angosce, timori, paure. Può essere l’inizio di un viaggio, la nascita di un figlio, affrontare una malattia, l’anno scolastico
in arrivo. Tutto ciò che non conosciamo, o che ci apprestiamo ad affrontare, ci crea paura. Lo stesso timore di una interrogazione, nel ragazzo mette in dubbio tutto lo studio acquisito. La malattia crea l’insondabile, la paura si instaura nell’individuo.
E’ un impedimento del vivere serenamente la vita. Quando ci paralizza, l’uomo non riesce più ad essere totalmente se stesso.
Prendiamo come esempio il cambiamento di lavoro: si continua la stessa attività, ma in diversa sede. L’esperienza alle spalle c’è, ma l’idea di affrontare nuovi ambienti crea timori. Se da un aspetto siamo sicuri della nostra esperienza, ciò non toglie che la perplessità prevalga quando dobbiamo affrontare un nuovo ambiente. Mettiamo allora in dubbio sia la nostra capacità che la nostra esperienza. Chissà come sarà il nuovo capoufficio? I colleghi?
Sembra incredibile, ma penso che anche la persona più stabile abbia, anche se con minore intensità, alcune esitazioni.
Esiste anche un tipo di paura “antisociale”.
Quanti hanno paura di comunicare, o di esprimere affetti e sentimenti?
Qui c’è una aspettativa: si attende che sia l’altra persona ad essere la prima. Ed intanto il tempo passa ed i rapporti si deteriorano, si ingarbugliano i valori, tra aspettative e risentimenti. La questione più sconcertante è che esprimendosi, l’individuo pensa di perdere quell’immagine che con tanta fatica ha voluto dare di se stesso, quasi appaia debole e privo di prestigio.
Il triste è che l’uomo nasce, si costruisce un’immagine, e questa non corrisponde
alla sua essenza, e la vita anziché essere un trampolino per la propria conoscenza
ne diviene mortificata nel suo significato.
Il tipo di paura che maggiormente attanaglia l’uomo è il buio. La paura della morte. Nel buio non vediamo nulla.
Siamo soli con noi stessi, e davanti abbiamo l’imprevisto. Voglio raccontare un episodio che può aiutare a compren-dere da dove nasce la paura.
Un bambino di pochi anni nell’ora di andare a letto, non vuol saperne e la madre, stanca degli impegni quotidiani, non ha molta voglia di distrarlo.
Gli dice che se non dorme subito arriva il lupo.
La seconda sera si ripete la medesima situazione; il bambino non vuol dormire, e la madre gli ripete che il lupo "cattivo"
arriva. La terza sera medesima scena, e la madre aggiunge che il lupo , oltre ad essere “cattivo”, adesso lo “mangia” addirittura!
Bisogna notare che il bambino non conosceva il lupo. Ma la madre glielo nomina. Ed il piccolo si crea una sua immagine della bestia. In un secondo tempo a questa immagine si aggiunge l’aspetto “cattivo”, e, poi, “ feroce” (Lo può mangiare). Il bambino ha creato in sé la paura e gli ha dato forma. Il gioco anche se ironicamente, è fatto.
L’immagine del lupo cattivo ormai è in lui, ed ogni volta che lo ricorderà la paura avrà il sopravvento. Tutte le paure prendono forma dal nostro pensiero nello stesso modo. Speriamo che oggi non ci siano più genitori che gridino “al lupo” anche se la sostituzione moderna potrebbe essere negli “zombi” od il “voto a scuola”.
La paura è tutto ciò che non conosciamo.
Pensate un po’ quante paure oggi entrano quotidianamente nella nostra
memoria. Ecco perché è basilare il conoscere per sopravvivere e sconfiggere la paura.
L’uomo che conosce elimina il buio.

Carla Orfano

Un fischio per la strada:
può riempire una vita?

Io sono davanti allo specchio e penso ad alta voce: certo che non sono niente male, ho dei bellissimi occhi languidi, le labbra rosse e sensuali…e poi con questo nuovo rossetto…!!!
Proprio come quella bella ragazza dello spot che ho visto ieri alla televisione; certo forse lei era più bella di me, ma figuriamoci se lì ci mettono quelle brutte: sono tutte alte, slanciate ed impeccabili.
Ma anch’io mi difendo bene, forse se avessi qualche centimetro in più in altezza sarei proprio uno schianto. Sì, potrei fare l’attrice.
Sì, beh…non so recitare, né cantare, né ballare, ma con la mia bellezza qualcosa per me ci sarebbe senz’altro.
E poi io piaccio.
Per strada si girano tutti a guardarmi, specialmente se mi metto la minigonna, e che soddisfazione sentirmi ammirata e quando mi dicono: “Ehi, tu, bambolina, dove vai?”
Poi anche se a volte vanno leggermente sul pesante, non mi dispiace; l’importante è che mi apprezzino.
Mi riguardo con attenzione allo specchio.
Accidenti questa non è una piccola ruga? No!!!
Non è possibile. Ma sì!!! E’ proprio una ruga.
Devo correre ai ripari, fra poco tempo si vedrà di più e poi è solo l’inizio, ne verrà un’altra e un’altra ancora…
È terribile, devo rimediare: cosa posso fare?
Non farmi prendere dal panico prima di tutto; sì, questa è la prima cosa.
Bene ora sono più calma. Che sciocca, con tutti i prodotti che ci sono in commercio..ecco, sì, ho trovato! Da domani compro creme, cremine, maschere di bellezza, ecc…
Sì, sì, ho trovato la soluzione giusta.
Ma se le creme non dovessero funzionare? No, non penso, sono tutti prodotti buonissimi; ma se non fosse così?
Non ci sarebbe rimedio, che ne sarebbe della mia bellezza? Nessuno mi farebbe più i complimenti ed io mi sentirei morire, mi sentirei vuota, finita, e poi con tutte le belle ragazze che circolano impunemente, mezze svestite e con certe minigonne da capogiro, la pelle giovane e fresca, vellutata, le gambe lunghe da fare invidia.
Oh, no!!! E’ atroce, io non posso fare affidamento sulla mia bellezza: è temporanea, dura un attimo.
Sono rovinata!
Ma io non sono solo questo.
Io, io dove sono, mi sono persa!
Mi sono persa in questo mondo di condizionamenti.
Come ho potuto?
Mi sono fatta prendere dal vortice di questi futili pensieri e giudizi.
Certo, gli altri, sempre gli altri.
“Sì, così sei bella” 
“No, così non va”.
Solo adesso mi rendo conto di come sono stata cieca, ora vedo la verità.
La bellezza è dentro di me!
Gesti d’amore, sentimenti, emozioni, accettarmi così come sono, amarmi di più e migliorarmi di giorno in giorno, salendo i gradini per giungere ad una gioia sempre più grande.
Ecco la verità.
Ecco la vera bellezza.

Maria

E io ti sparo...

Se mi disturbi mentre cammino per la mia strada, io ti sparerei.
Se dallo specchietto retrovisore vedo che guidi troppo vicino alla mia macchina, io ti sparerei.
Al mio nuovo vicino di casa che è un prepotente e con il suo menefreghismo mi obbliga a fare mille manovre in cortile, io gli sparerei.
Amici, tranquilli: io non sparo a nessuno, non per i trent’anni di galera, ma perché non ho la pistola.

Poca esistenza

Vedo tanti vecchi e capisco che tutti i giorni ne muoion tanti; tanti li ho conosciuti gio-vani,
tanti li vedo vecchi per la prima volta.
Li guardo e vedo nei loro sguardi e nella smorfia del dolore fisico l’inutilità della loro esi-stenza.

La vita

La gente entra in un cinema; finito lo spettacolo se ne va; altri entrano al loro posto. Così va la vita: è come se si dovesse fare un bagno di movimento.

Piero Cavallo

Morra

 

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