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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

N° 2 - anno 10° - Giugno-Luglio 2011

PAGINA 5

   "Una persona non è mai felice se non a prezzo d'una certa ignoranza"   
Anatole France

 

      ARTE  &  CULTURA     

 


Vetrina del rigattiere

Passeggiata sotto la pioggia

La "permeabilità"
di Anna Velliscig

Budda diceva che le cose hanno una loro permeabilità. 
E con questo termine egli intendeva precisare che non solo gli esseri viventi hanno una memoria, ma anche quelle sostanze che la scienza chiama inorganiche, a differenza delle altre che nascono e muoiono e che sono organiche. 
Anche l'arte fa una distinzione sui soggetti che presenta e chiama "Natura Morta" le cose per le quali la mutazione determinata dallo scorrere della vita, non ha più alcun effetto. 
Siddharta Gautama detto il Budda, ossia l' illuminato, spiegava che occorre una certa preparazione interiore per capire e leggere ciò che la permeabilità conserva e trasmette. 
D'altra parte l'uomo è portato a conservare certi oggetti, che identifica con una indiscussa memoria, robe che sono appartenute ai suoi famigliari, e che hanno la capacità di suscitare ancora il senso della loro presenza richiamando affetti, confidenze, sentimenti, sofferenze e gioie. 
Per questo vengono conservati gelosamente cimeli, la cuffietta del bimbetto nato da poco, la sua posata, un suo indumento, una penna del nonno, il portamonete, gli occhiali. 
Nel 2005 destò curiosità un'affermazione fatta da un gruppo di ricercatori della Nasa, secondo i quali una goccia d'acqua conserva tracce della propria storia. 
Ed è altrettanto noto che la comune Dracena, gigliacea tropicale ormai climatizzata anche nelle regioni nordiche, dimostra palesemente una sua spiccata sensibilità che può essere registrata con un semplice apparecchio cardiografico: si lamenta se è buio, si irrigidisce al suono di un clacson, ammutolisce se viene semplicemente toccata. 
Nell'ammirare i dipinti di Anna Velliscig viene da domandarsi quali sono le sue capacità per fermare su una tela l'essenza spirituale di certi paesaggi, innevati o sotto acquazzoni, assolati od al tramonto, particolari in primo piano o totali nella loro panoramicità. 
L'artista infatti non solo ha colto l'aspetto fotografico, ma è stata capace nell'immortalare quella funzione in più, che arricchisce l'opera, con una sorta di effluvio che passa dall'opera all'osservatore. 
Così nel "Mattino invernale" avvertiamo il profumo del muschio, o sentiamo il cicaleccio delle cicale nella strada di "Pioggia di Luce".
E' per questo che certe sue opere danno sulle prime la sensazione di calcare in chiave contemporanea un lembo di quell'impressionismo caro a Paul Cezanne, Henry Matisse, Camille Pissarro. 
Ma Anna Velliscig vuole stabilire un distinguo, rompere col passato pur conservandone le radici, e questo è evidente ne "Il Rigattiere" dove i vari piani (la passante, la vetrina, gli oggetti esposti) od "il Caffè" di chiaro richiamo vangoghiano (cane, tavolini, donna che legge, anziani che bevono) sono squadrati da un preciso reticolo trigonometrico. 
Singolare "Oltre ogni prospettiva" nel quale l'artista propone un susseguirsi di piani diversi, come accade con due specchi, uno contro l'altro.
Anna Velliscig non ama i volti, le sue figure sono tutte in movimento: istantanee di un mondo che passa veloce, sotto la pioggia o nei giardini, ed anche qui ci viene in mente l' Eduard Manet giovanile dove l'artista ferma l'azione: i ritratti non hanno forse la pretesa di fermare il tempo? 
Le opere della Velliscig hanno una pretesa: non devono essere guardate e via.
Devono essere osservate, con calma, con attenzione, senza fretta, togliendo la spina alle incombenze del turbine della quotidianità.
Solo tra il silenzio e l'abbandono può essere anche nostra quella "permeabilità" che spiegava il Budda. 
Non dobbiamo dimenticare che sino a Cimabue le tele non avevano alcuna profondità di campo, e che fu proprio il Masaccio a scoprire la prospettiva, strumento che fu poi approfondito da Jan Van Eyck, Roger Van Der Wayden, ed il Maestro di Flemalle. 
Col colore poi le cose furono altrettanto ardue poiché nel medioevo il pittore era anche chimico, ed i colori se li mesceva da sé , cercando le materie prime nelle sostanze organiche ed inorganiche, con l'inconveniente che quelle organiche subivano un processo di ossidazione assai rapido, e pertanto, alteravano l'aspetto dell'opera nel loro aspetto cromatico.
"La natura ci offre continuamente scenari in cui domina il colore, ed esso diviene ispirazione ma anche testimonianza - aggiunge Gabriella Paffuti - della potenza del creato. 
Un mondo in bianco e nero non è neppure immaginabile
".

Ito De Rolandis


La ragazza

Lettera al caffè

La storia raccontata
Monferrato Tricolore

In occasione del 150° dell'Unità d'Italia , il giornale "Il Monferrato" ha pubblicato un libro dedicato al ruolo svolto dal Piemonte centrale nel processo di costruzione dello Stato unitario.
Forte di un ampio corredo di immagini e di un'elegante veste editoriale, l'opera merita di essere letta, consultata e conservata, specialmente da chi ama la storia e le notizie che ne fanno interessante corollario. 
In 200 pagine, su carta di pregio, graficamente curata, è uno strumento indispensabile per la conoscenza delle complesse vicende risorgimentali raccontate attraverso un articolato percorso narrativo, arricchito da splendide fotografie ottocentesche ed attuali.
Nel presentare i personaggi che hanno contribuito al Risorgimento, Luigi Angelino e Dionigi Roggero, autori, si soffermano su elementi non solo di rievocazioni storiche, ma contributi per un approfondimento turistico interessante, con episodi poco noti, comunque curiosi. Il lettore viene in tal modo accompagnato alla scoperta di imprese avvolgenti, di personaggi trascinatori, che prendono vita aspetto e carattere dalle scorrevoli pagine che sottolineano l'importanza dei luoghi del Monferrato poco conosciuti, spesso dimenticati da una logora informazione giornalistica.
E' gente, comunità, singoli o gruppi di eroi anonimi che con solerte impegno emotivo hanno dedicato se stessi, i propri cari, e la loro stessa vita per l'affermazione dell'Unità Nazionale.
Creatori di un gran numero di pubblicazioni, Angelino e Roggero sono una coppia collaudata nel settore della letteratura divulgativa. 
Svolgono la loro ricerca con impegno, tenacia. 
Recentemente hanno avuto notevole successo con "Viaggi d'autore in Monferrato", " Il Duomo di Casale" e "Camminare il Monferrato", proposti da "Editrice Monferrato" (viale Cavalli d' Olivola 6 – 15033 Casale Monferrato AL; tel. 0142 456070).
"Monferrato Tricolore" narra come nacque la Bandiera Italia, il sacrificio di Andrea Vochieri, i misteri di tanti piccoli paesi conservati in cunicoli od edifici apparentemente abbandonati, intrighi ed amori misteriosi, il segreto di tombe senza accesso, e di torri corrose dal tempo.
Ogni luogo ha il suo colpo di scena, sempre comprovato da testimonianze rigorose e pienamente attendibili.
Un modo piacevole per leggere la storia sgorgata dalle colline che hanno generato l'immortale coccarda Tricolore.

Alberto Volpe

 

 

Vuoi scrivere un libro?
Premio opere inedite
Italia Letteraria

Allo scopo di lanciare nuovi autori è stata bandita, la XXI edizione del "Premio Nazionale Italia Letteraria". 
Si articola in 5 sezioni ed è per opere inedite di narrativa: romanzo, raccolta di racconti, letteratura per l'infanzia: romanzo per ragazzi, raccolta di favole, fiaba, poesia, teatro e saggistica. 
La scadenza è fissata, per il 29 luglio 2011.
Il bando di concorso va richiesto a: "Premio Nazionale Italia Letteraria" - Casella Postale 938 - 20123 MILANO Cordusio.
Le opere vincitrici e fìnaliste saranno pubblicate dalla casa editrice "Italia Letteraria".
www.italialetteraria.com e-mail: redazione@jtalialetteraria.com 

 

 

 

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