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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

NUMERO 3 - anno 2° - Marzo 2004

PAGINA 1

"La più grande abilità di un uomo
è quella di non vantarsi della propria abilità"
Socrate

 

Riosservando le immagini emergono particolari prima sfuggiti, 
che inducono ad una riflessione interiore
Il "filosofo" Giovanni Agnelli 

Agnelli

Questo è un aspetto singolare dell'avvocato Giovanni Agnelli. Nelle parole, espresse dopo aver donato alla città di Torino la pinacoteca allestita al Lingotto, rivela un lato poco noto della sua personalità e del suo pensiero che nulla hanno a che fare con l'immagine di "capitano d'industria" divulgata dalle cronache dei giornali. 
È suggestivo apprendere dalle sue testuali considerazioni, quanto valore dedicasse alla ricerca estetica filosofica ed alla creatività artistica. 

Carla De Rolandis

Il suo pensiero

L'arte è l'espressione tangibile della filosofia della bellezza.
Non ho mai pensato di "capitalizzare" nell'acquistare i pezzi della mia collezione, assolutamente no. Sono stato spinto unicamente da un gusto estetico, dal solo piacere di vedere un'opera. Non una ricerca di possesso, ma il piacere di ammirare un lavoro di creazione.
Nella mia vita ho ricavato grande gioia dall'osservare e studiare queste opere. Per questo ho deciso di renderle pubbliche, ossia con la speranza che tante altre persone vogliano condividere questo sentimento e questo desiderio.
Mi piacerebbe che tutti coloro che al Lingotto vedranno questi capolavori, ricordassero questa parola chiave: quanto è grande la gioia di ammirare l'arte.
Il mio amore per Matisse, così come la passione per Picasso, sono accompagnati da un interrogativo: l'Italia, vale a dire la nostra cultura, apprezza questi artisti? Sanno leggere i loro capolavori? Matisse è raro nei nostri musei. Forse c'è un gap di gusto, di toni. Matisse ci conduce ad un mondo concreto, con-temporaneo,
lontano per chi si è formato all'estetica mistica del Beato Angelico. È il colore ad avermi fatto innamorare di Matisse. Lo immagino già vecchio, quasi cieco, comporre le sue opere con i collage, semplici pezzi di carta attaccati allo sfondo. La pittura diventa colore puro, la vita è semplificata in toni caldi di colore, ed i colori condizionano anche i nostri ricordi, la nostra percezione, non solo l'arte. Nel Nord Europa ci si imbatte spesso in tanti Matisse, forse per illuminare quell'atmosfera sempre un po' grigia.
Ovunque siate nel mondo, in qualunque mese, davanti ad un Matisse cambiate stagione ed avrete la primavera, l'estate, le stagioni piene di giovinezza.
Ho raccolto le opere che possono dare gioia alla vita, gioia piena in chi le guarda, escludendo quelle, come certi lavori del Bellini, che pur straordinarie, finiscono per contagiarci con la loro malinconia.
I Canaletto vanno osservati due volte, il secondo sguardo deve cancellare l'effetto "cartolina" del primo, eliminandone la superficialità. Allora emergono particolari prima sfuggiti, che inducono ad una riflessione interiore.
Questa è la sorte, credo, di ogni collezione: la si guarda e si vede specchiata la propria vita. Inevitabili gli esami di coscienza, i ricordi, le valutazioni.
Ci sono opere che al primo incontro sembrano eversive, rivoluzionarie, di rottura e di cui invece il tempo rivela l'omogeneità con la cultura corrente, l'integrazione col secolo in corso. In altri casi invece il valore innovativo di un'opera si apprezza solo dopo decenni.
È capitato anche a me: ho immaginato una collezione d'avanguardia e ne scopro una classica.
L'amore per il bello è nato in me sin da ragazzo. Non solo pittura, ma anche architettura, design. Forse l'architettura è l'arte che prediligo, perché contiene tutta la vita, è la perfetta armonia di estetica e di esistenza, e però possiede tutte le contraddizioni dell'estetica e dell'esistenza. Nell'architettura la nostra vita, la produzione, la famiglia, il lavoro, l'industria, la tecnologia, la scuola, l'officina, gli uffici, diventano estetica di uso: con risultati che possono essere straordinari. Quando risalgo le rampe del Lingotto, resto impressionato ancora oggi da quanto essa sia bella e funzionale. È il punto di partenza del progetto di Renzo Piano: Alpi, collina, ed alle spalle lo spazio enorme di Porta Nuova e della ferrovia. Gran parte della storia industriale passa da questo triangolo, ed è importante oggi ritrovarne la logica e l'asse.
È molto emozionante, per me, che i quadri della mia vita siano custoditi dalla mia città, dalla nostra Torino, nell'edificio che considero l'opera architettonica più cara. 
Ho visitato infinite volte i grandi musei classici, il Louvre, il Metropolitan, gli Uffizi: qualche volta le scolaresche qui presenti mi hanno riconosciuto ed i ragazzi si sono fatti avanti per chiedermi… della campagna acquisti della Juventus, non di Matisse!
Il fatto è che la passione per l'arte cresce con la maturità.
Mio padre mi portava fin da bambino a visitare i musei, perché riteneva che il bello educasse, che il gusto si affinasse fin dall'infanzia, e aveva ragione.
È possibile usare una pinacoteca per la didattica, ma con razionalità. Vorrei di gran cuore ricordare ai visitatori della Pinacoteca del Lingotto, giovani e no, che la creatività è il piacere più grande.
È il solo vero valore aggiunto della vita, capace di comprendere tutti gli altri.

 

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