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Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

N° 3  anno 16° - Giugno 2017

PAGINA 6

   "Il pensare è uno dei massimi piaceri concessi al genere umano"    
Bertolt Brecht

Confusione che crea squilibrio

Oggi più che mai si vive in una società molto squilibrata perché l'uomo è squilibrato pieno di paure, tensioni, rabbia, invidia, potere, tutti sentimenti negativi, ormai si ha sugli occhi solo delle grosse fettine di prosciutto, stiamo diventando ciechi, non si riesce più a vedere quello che è giusto e quello che è sbagliato. 
Tutto un condizionamento e un'abitudine che divora la persona, l'amore ormai è rivolto solo più alle cose materiali: una macchina, uno smartphone vengono più amati di un' amico, di un essere umano. 
La società ci vuole far andare verso questo modo di vivere e di vedere la vita ma non è la giusta soluzione, è la peggiore perché annienta tutti i sentimenti buoni che ci farebbero vivere molto meglio, con meno ansie, paure e tensioni e il nostro fisico ne guadagnerebbe in salute. 
Si starebbe molto meglio, l'uomo non è nato per avere ansie continue tutto il giorno, ormai l'ansia ci viene anche se un nostro amico pubblica una frase diversa da quella che noi ci aspettiamo sui social network. 
Figuriamoci tra tecnologia veloce e vita reale le ansie che il nostro corpo è sottoposto ad assorbire; però in pochi comprendono che l'ansia fa male e non è salutare, bisogna crescere interiormente per sopravvivere a questa società, altrimenti si farà sempre più fatica, perché sempre meno cose verranno comprese. 
Ci amiamo troppo poco e pensiamo sia giusto quello che stiamo vivendo, ma la verità non è questa, questo è solo un sistema finto, dove l'essere umano deve essere solo una macchina da soldi per ingrassare i poteri forti. 
Ma per stare bene con se stessi non bastano i soldi, i soldi servono, ci mancherebbe. 
Ma la verità e tutt'altra cosa.

Davide

 

 

La coscienza si espande...

Le mie giornate senza soste. Dalla mattina alla sera.
Stamattina ho preso un po' più coscienza che c'è meno rumore nella mia memoria. Oggi lo spazio è occupato dai miei progetti continui. 
La mia rabbia che mi governava sempre, oggi si è molto spenta. È episodica. Un tempo viveva sovrana.
Mi governava tutto il giorno. Era la mia compagna fedele.
Carla, piano piano, a volte pianissimo, me l'ha fatta srotolare quasi tutta. Guardandola, vivisezionandola, comprendendola in tutte le sue sfumature.
Lenta, lenta se ne è andata.
La ricordo bene, non l'ho dimenticata. La ricordo in ogni piega.
E che pena quando incrocio qualcuno che me la ricorda. Riconosco tutto il suo dolore.

Grazie 

Magda

 

 

Pregiudizio

Pullman pieno, non riesco a sedermi, il mio sguardo va ad una ragazza di colore, giovane.
La guardo con un pensiero negativo, di fastidio “Sono proprio dappertutto questi qua”. 
Ad un certo punto mi sento toccare la spalla. E’ lei che mi avverte che si è liberato un posto, se volevo sedermi.
Al mio giudizio negativo lei mi risponde con una gentilezza. Avverto subito il senso di colpa. Io sono sempre prevenuta nei loro confronti.
La gentilezza, l’educazione non ha colore, né sesso, né età. Nasce da dentro. Mi domando quanta poca gentilezza e tolleranza ci sono in me.

Marisa

 

 

Autocondizionamento

Autocondizionamento. Che fregatura mentale!
Superbia. Pensare di avere risolto un problema. Te la canti e te la suoni. Poi, alla prima difficoltà, casca l’asino!
Se l’avessi superato non ti peserebbe.
E invece te lo trascini. E soffri. Ma non vuoi vederlo altrimenti il tuo castello di carta crollerebbe.
Ci facciamo del male con una facilità imbarazzante. Ma siamo noi a pagarne le spese. Per cosa poi?
Per una cosa non realizzata. E quindi: peso. Che ti disturba, che non ti fa essere sincera, soprattutto con te stessa. E ti crea confusione, per cui non sai più cosa è giusto e cosa è sbagliato.
E di tutto questo sei sempre tu che ne fai le spese.
Fai vedere all’altro che sei cambiata, ma non è ancora così, anche se lo vorresti tanto.

S. P.

 

 

Le tue parole mi hanno ferito

Sei contrario alle armi? Ed allora stai molto attento a come utilizzi le parole. Le parole possono ferire. 
Esse stesse sono delle armi, si trasformano in armi se vengono utilizzate nel modo sbagliato. D'altronde si dice “le tue parole mi hanno ferito”, ma noi a questa frase, come a tante altre di uso comune, non gli diamo importanza, la pronunciamo con abitudine ma non andiamo a cercarne il significato più profondo.
Le parole sono uno strumento che noi abbiamo per comunicare con i nostri simili, sta a noi decidere che uso farne.
Parole dolci.
Parole d’amore.
Parole di comprensione.
Parole di odio.
Parole di rancore.
Parole.

Ida

 

 

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