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Ego - il giornale
Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

N° 3  anno 19° - Dicembre 2020 - Gennaio 2021

    

PAGINA 4

   "Pensare è difficile. Per questo la maggior parte della gente giudica"    
Carl Gustav Jung

vedere

Non ho mai saputo amare:
solo ora lo vedo

Entrare in un problema doloroso è l’unico modo per eliminare la sofferenza.
Ciò che ha rallentato il mio cammino è stata proprio la paura di affrontare me, la sofferenza legata al mio problema.
Pensare che entrare in quella sofferenza sarebbe stato molto più duro che guardarla da fuori. Invece non è così. 
Carla è con noi per questo, lei conosce bene il percorso e ci aiuta a comprendere per eliminare la sofferenza, trasformando quello che prima era un problema troppo duro da affrontare, in un’opportunità per conoscerci e per pulire la nostra memoria.
Riuscire a vedere ciò che sono stata, ciò che ero, mi ha tolto da quel vecchio stato di vittimismo che mi faceva puntare il dito solo sugli altri. 
Ora non mi interessa più puntare il dito sugli altri; mi interessa vedere come ero io, ciò che col mio sentirmi vittima, con quell’atteggiamento di obbligata sottomissione ma piena di ribellione, l’immagine che offrivo di me: insicura, indolente, refrattaria alle imposizioni, sognatrice, ma impedita nella mia espressione, incapace di un’opinione mia, ma più di tutto…convinta di non essere amata. Così mi sentivo. 
Ma chi vorrebbe vicino una così? Fin che sono rimasta lì nel mio ruolo di vittima, cioè loro “cattivi” e io “buona e sfortunata”, non mi sono mossa di un centimetro. 
E’ proprio vero che puntando il dito solo sugli altri non si risolve niente. Magari col tempo si ha l’impressione di averli perdonati, bontà nostra, e ci sembra di essere a posto con noi stessi.
Invece non è così perché il lavoro più grande è quello di puntare il dito su noi stessi.
Quindi, messa da parte la convinzione di essere una vittima, cioè di aver solo subito, di non aver mai fatto del male a nessuno, convinzione che col tempo già aveva perso un po’di consistenza…ecco allora davanti a me un bel lavoro di pulizia dentro di me, su ciò che veramente ho in memoria, nascosto in me, causa prima della mia sofferenza.
Prima per me era solo per ciò che mi arrivava “dagli altri”. Solo da poco ho iniziato seriamente a chiedermi:” Ma io, io cosa facevo arrivare agli altri?” E mi è arrivata la risposta, che mi ha lasciata come tramortita, tanto è stata forte. Ma chi l’ha detto che non ho fatto del male a nessuno? 
Io che non mi sentivo amata…io, io stessa, li ho mai fatti sentire “amati”? No, nessuno di loro si è mai sentito amato da me. Credo di non essere mai stata capace di amare. Né mia madre, né mio marito, né la mia bambina, a cui davo bei vestitini e bei giocattoli, ma che ho privato dell’amore vero di una mamma. Questo è il mio rammarico più grande, ma lo posso vedere chiaro solo ora, in tutta la sua struggente verità, solo ora col cambiamento ottenuto col nostro lavoro di ricerca che ha cambiato le nostre vite. E grazie a questo lavoro anche mia figlia ha ricevuto l’amore e la guida mancanti a suo tempo e, ci tengo a dirlo, grazie a Carla se, quel pulcino spaurito che era, si è trasformata in un bellissimo cigno.

Rosanna

 Carla dice: Grazie a te Rosanna ciò che hai compreso ora appartiene solo a te, sei tu. 

 

 

Il nostro cammino verso l'amore

È solo pomeriggio ed è già buio, il sole è calato come all’improvviso e quasi non me ne sono accorta.
Sì, per ora è buio ma la luce tornerà di nuovo domattina e questo rappresenta per tutti una… certezza d’Amore che più grande non si può.
Mi ripeto che sono fortunata…ma lo dico piano, per rispetto di chi non lo è, di chi è nel buio e sta soffrendo. Lo dico piano ma con tanta riconoscenza. Riconoscenza nei confronti di Carla per questo lavoro di costruzione che in questo tempo buio è la nostra salvezza, un’altra grande…certezza d’Amore. Sì, fuori c’è tanto buio, il mondo intero è nel buio…e senza alcuna certezza. Un mondo ammalato di una grave assenza d’Amore. Ci vorrebbe una grande, enorme trasfusione d’Amore, un prolungato massaggio a tutti i cuori, una rianimazione di massa.
Non mi ero mai accorta prima d’ora che nella parola “rianimazione” è contenuta la parola “anima”. Varrebbe la pena approfondire…Proprio l’anima, quella che soffochiamo e avveleniamo ogni giorno col nostro vivere inquinato.
Ma perché ridurci in queste condizioni quando possiamo scegliere di cambiare direzione!? Perché si può!!!
L’altro giorno pensavo che per arrivare all’Amore c’è un lungo cammino. Ripensandoci ho visto che è vero in parte. Una volta intrapreso il cammino non ci si accorge più del tempo. Si vede solo il “cammino” ma non la sua “lunghezza”.
È una cosa strana, ma, se mi guardo indietro, non mi sono mai accorta del tempo trascorso da quando ho iniziato la mia “rianimazione”. Sono più importanti i risultati! Roba da fare salti di gioia! Salti di libertà! I risultati sono arrivati nel tempo, certo, ma sono stati graduali, come se il tempo fosse andato avanti con me, insieme a me. E il tempo della mia vita sarebbe passato comunque…ma come!? Così almeno è stato tempo prezioso e proficuo, non mi sono mai fermata, anche quando pensavo di non farcela. Non ho sprecato la mia vita, come non la voglio sprecare per il tempo che mi rimane, qualunque esso sia, per tutte le cose che ho ancora bisogno di comprendere. Visto che ora c’è più luce dentro di me, per vedere meglio ciò che è rimasto da pulire.
E non dovrei sentirmi fortunata di avere dentro di me questa certezza?

Rosanna

 

 

L'urlo della paura che si respira

Basta, è l’urlo che ho dentro, basta con questi bombardamenti sul virus, basta con zone rosse, arancioni, gialle, basta con queste notizie terrificanti che peggiorano di giorno in giorno. 
Basta, basta, basta, ma anche se lo tirassi fuori urlando a viva voce, cosa potrebbe cambiare? Cosa potrei risolvere? Niente, perché il virus continua a vivere forte, lui sì. 
Ed il mio urlo tornerebbe solo indietro, come un eco, e sicuramente non solo il mio, ma di tanti altri che sicuramente non ne possono più, come me. 
Urlerebbero come me o forse più di me, o meno di me perché forse non hanno più neanche la forza di urlare e neppure la forza di parlare più. 
Perché da quando usiamo la mascherina per proteggere noi e gli altri dall’invasione pericolosa e mortale del virus, non riusciamo più neanche a parlare, come prima, e si parla molto meno.
Ecco, ho come l’impressione che ci debba sparire anche la parola e ci resta l’urlo inespresso dentro, ma se urli sei matto e se sei matto vai rinchiuso. E l’urlo ti resta dentro. E allora cosa fare? 
Fare per me, fare tutte quelle cose che ho da fare, ma soffro perché non posso più vedere Carla e i nostri amici della Ego, li penso molto, penso molto a Carla e, nel mio pensarla, rivedo il suo viso, i suoi occhi, il suo sguardo quando ci parla, anzi, quando ci parlava di persona. 
Già con questo pensiero, con questo ricordo che ho come stampato davanti ai miei occhi, mi sono accorta che le spalle si rilassano, l’urlo che ho dentro scompare e non stringo più i denti come faccio spesso e di cui solo ogni tanto mi rendo conto. 
Questa è la terribile realtà, fuori, ed io non mi devo far assorbire, non mi devo far stritolare dai bombardamenti delle notizie e dalle paure, altrimenti sono veramente finita, non devo proprio. 
Bene Gianna, ora ritorni al tuo da fare, ti prepari per uscire, ti metti la mascherina nuova, non esci da tre giorni e devi fare le commissioni che non puoi rinviare, ma poi torni a casa, nella tua casa che non avevi mai visto prima così bella, calda ed accogliente, che ami sempre di più, in cui stai benissimo, fino a quando non senti dalla radio e dalla televisione tutte le notizie terrificanti, che assorbi senza accorgertene. 

G. A.

 

 

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