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Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

N° 1  anno 19° - Febbraio 2020

PAGINA 3

   "Le nostre paure sono molto più numerose dei pericoli concreti che corriamo.    Soffriamo molto di più per la nostra immaginazione che per la realtà"    
Seneca

gente

Ora sto bene con gli altri

Gli altri. Mi piace stare con gli altri. È diverso da quando avevo “bisogno” degli altri, quando mi “aspettavo” dagli altri, quando mi sentivo “meno” degli altri.
Oggi gli altri sono per me un’opportunità per sperimentare ciò che ho compreso, per conoscere ma specialmente per “conoscermi”.
Gli altri, quelli di cui non mi accorgo, sempre attratta da quelli che, dal mio sentirmi “meno”, giudicavo vincenti, quelli che sapevano attirare l’attenzione, che riscuotevano consensi e ammirazione.
Non sapevo che era invidia, sapevo solo che avrei voluto essere al loro posto. E allora, senza che me ne accorgessi, scattava in me il bisogno di emulare, in un goffo tentativo di ripetere le gesta della persona invidiata.
A questo proposito ricordo di aver imparato a cucinare per l’invidia che avevo nei confronti di mia cognata, del suo successo tra parenti e amici, senza capire che il suo segreto era l’amore per ciò che faceva, lei amava veramente cucinare, cosa che non ho mai sentito in me.
L’ho invidiata talmente tanto da creare a mia volta situazioni in cui anch’io mi sarei sentita protagonista nel giro dei miei amici, cimentandomi in cene luculliane, stancandomi come un mulo fin dal mattino, illudendomi di realizzare un sogno. Non mi rendevo neanche conto che le mie cene del sabato sera facevano comodo alle altre mogli che, come me, non avrebbero avuto voglia di cucinare e magari… non erano nemmeno invidiose!
Ora riesco a cogliere l’aspetto un po’ comico della situazione, ma di allora ricordo solo la soddisfazione per i complimenti che ricevevo e che mi facevano dimenticare il sacrificio e la fatica, anche dopo aver finito di lavare tutti i piatti verso le due di notte.
Questa cosa è andata avanti per anni e ora che di me…qualcosa in più ho compreso, osservo con una sorta di materna tenerezza ciò che sono stata e come un grande bisogno faccia passare a volte… anche sul proprio cadavere!
Per quanto riguarda “gli altri”, ora mi riconosco di più in quelli che non fanno rumore, anche se il mio vecchio bisogno è sempre lì, ma un po’ più tranquillo perché sa che ora ci sono io, mentre prima c’era solo lui.

Chiara

 

 

La visuale che si allarga

Osservo e rifletto sul vivere solo una parte. Una parte che per te invece è il tutto. E finisce lì. Non c’è altro. Non ci può essere altro perché per te quella parte è anche altro. Il tutto. Il tuo tutto.
Quell’unica parte che per te è sempre stata così, che ti viene propinata e in cui tu credi.
Quella parte su cui metti un timbro e da quel momento è così e basta. Quel timbro è con te tutta la tua vita, tutti i tuoi giorni, tutti i tuoi pianti, tutte le tue insicurezze, tutti i tuoi dolori.
Quella parte che incastra i tuoi pensieri sempre lì e dalla quale non usciresti mai e poi mai, che ti schiaccerebbe all’infinito.
Sento intorno a me persone che si sono perse e mi da un gran dolore, perché so cosa provano e quanta disperazione si possa sentire quando pensi che non ci sia via d’uscita.
Sto vedendo sempre di più quanto sia quel timbro la sofferenza più grande, quella parte che pensi sia la tua vita, quel pezzo che scambi per il tutto, ignorando completamente dove ti trovi e come filtri ciò che hai davanti.
Più vedi e più la parte si allarga e il tuo dolore diminuisce. In base a quanto vedi.
Questa è una certezza.

Stefania Pomi

 

 

L'invidia

La mia invidia ha colpito ancora, è stato un boato, una botta così è da tanto che non mi prendeva, me la sono vista proprio bene, minuto per minuto e ho potuto vedere la potenza e la devastazione che mi provoca. 
E ho pensato che ero solo quello … e mi sono chiesta “come ho potuto andare avanti per tutti quegli anni essendo solo quello? 
E’ devastante. 
Mi sono proiettata tutto il mio film, un vero kolossal, il Via col Vento dell’invidia. 
Tutti gli elementi che ho sempre sognato in una sola persona, lo so che è un mio sogno, ora lo so, ma vedermelo così a svolgersi davanti ai miei occhi ha rischiato di portarmi dentro al film come facevo una volta: ci sono tutti gli elementi sognati e mi sono vista mentre queste cose mi passavano in testa una per una, a sommarsi ed è stato esponenziale.
Quando sono uscita da lì ero scossa perché mi sono quasi spaventata per cosa mi è uscito da dentro la testa, ho ringraziato nel mio cuore Carla perché mi ha aperto gli occhi sulla mia invidia e, pur con fatica, l’ho guardata spezzone di film su spezzone di film, se mi fossi fatta prendere sarebbe stato tremendo come un tempo!

B. M.

 

 

Importante iniziare

Le montagne sono maestose, un primo giro marroni quelle dietro coperte di neve scintillano al sole, il cielo dietro è azzurro, si vede tutto il semicerchio di montagne. 
Dal Monviso, che spicca su tutte, man mano avvicinandosi alla Val di Susa e oltre a vista d’occhio. 
Sono in auto e sto guidando per andare a lavorare, già con pensieri lavorativi, devo fare l’IMU, scade e poi altre cose da fare prima di chiudere in tempo. Sono piena di pensieri indaffarati e i miei occhi guardano le montagne e non le vedono, poi è come mi svegliassi dal mio sogno, anzi incubo, lavorativo. 
Le montagne sono meravigliose, la neve, il cielo… loro sono lì, in attesa, ci sono sempre, ora con la neve sono spettacolari ma è già un miracolo che ci siano e che siano così belle! Ed io non le vedo, sono indifferente… qualcosa, un’emozione, un sentimento, si è fatto strada nel mio cuore, sono meravigliose ed il buon Dio le ha donate a noi, mi sento felice, la bellezza è intorno a me e ne posso godere quando voglio, è gratis, è lì per noi, sono i miei pensieri che mi impediscono la gioia, non è il mondo esterno, sono io che guardo e non vedo e mi vengono in mente le parole di Carla e la ringrazio perché il mondo è meraviglioso e grazie a lei inizio a scoprirlo.

Roberta

 

 

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