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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

N° 1  anno 19° - Febbraio 2020

PAGINA 6

   "Ciò che neghi ti sottomette, ciò che accetti ti trasforma"    
Carl Gustav Jung

conflitto

Il conflitto dentro

Oggi ho pensato al conflitto. Ma non ai conflitti internazionali, che pur ci lasciano sgomenti e pieni di paure. Ho pensato ai conflitti che sento tra le persone, quelli che osservo con dolore, i conflitti che mi ricordano quelli che ho vissuto, quelli che ho sempre avuto dentro, qualcosa di lancinante che mi ha sempre accompagnato da quando mi ricordo.
Il rapporto conflittuale con l’altra persona, qualcosa che vivi poi con abitudine, come se fosse normale così, che ti rende diffidente con chiunque, come se ti aspettassi sempre di vivere la stessa paura. La paura dell’altro che non conosci, delle sue reazioni. Il conflitto generato dalla rabbia e dalla ribellione nei confronti della figura che sentivo dominante.
Vivere per anni e anni in uno stato di conflitto continuo è stato terribile, non c’era niente di umano…per come la vedo oggi. Io non esistevo, ero solo in balìa di uno squilibrio con una coda di paura, di fragilità, zero autostima e giudizi a non finire, la colpa sempre degli altri e io vittima senza un’anima. Come una piuma al vento ma con il peso specifico di un masso.
Ora, a distanza di tempo, oserei dire che la situazione si è quasi capovolta: sto cominciando a sentirmi più simile a una roccia ma con il peso specifico di una piuma!
Forse sto esagerando ma è vero che questo bellissimo lavoro di Ricerca Interiore, la nostra filosofia mi sta dando frutti da…Paradiso Terrestre!
Dal puntare il dito sempre verso gli altri e poi farlo ruotare verso di me…da quel momento è iniziato il mio percorso di conoscenza. Perché puntare il dito verso di me non è stato per condannarmi ma per indicarmi in che direzione andare: verso di me, dove avrei trovato tutto. Ecco, io ora mi sento viva come non lo sono mai stata, libera dai conflitti.
Ogni tanto ci penso e non mi pare vero, c’è un attimo in cui mi dico:” Ma io sono in pace con tutti?”!!!
…ma è proprio vero? …poi mi sovviene: io sono in pace con me, ecco la mia conquista più grande!...
Qui mi fermo, non riesco a continuare, non so più cosa scrivere, talmente è incredibile ciò che ho sentito piano piano cambiare in me.
Certo, vedo ogni giorno che i conflitti potrebbero nascere ma ora so che la comprensione della situazione ti dà anche un parlare adeguato e il conflitto non può nascere. Almeno dentro di me ne sono sicura e la mia memoria può continuare a registrare del pulito, è importante come mi sento dentro, è un impegno verso me stessa, è il mio “salvavita”. La mia vita, che ho tanto bistrattata, non amata, non riconosciuta come dono!
Una palestra meravigliosa dove si suda ma si impara, ci si conosce e ci si ama.
Senza conflitti.

R. M.

 

 

Abbiamo i piedi per camminare

Chiusa nella scatola per non soffrire ancora. Convinta così di preservarmi da delusioni e sofferenze. 
Ferma in esperienze passate che mi tolgono l'entusiasmo e la gioia di vivere. 
Chiusa in una bolla preconfezionata e di li misurare tutto con il mio metro senza agire.
Arrovellarmi in pensieri e preoccupazioni senza riuscire a vedere realmente le situazioni così ingarbugliata nei miei pregiudizi. 
Non posso più stare li, non ce la faccio più di questa non vita.Il coperchio si può alzare, posso intravedere e poi vedere. 
Provare e riprovare. 
Scegliere e, anche se sbaglio, riscegliere senza buttarmi a pesce in situazioni che non mi stanno bene. 
Perché si, devo imparare a stare bene con me per poi stare bene con gli altri. Essere più fiduciosa e fare un passo avanti.

G. M.

 

 

Desiderio di nuove aperture

Una canzone del passato. Una canzone, una musica, il pensiero va ad un momento lontano. I rumori da fuori mi distolgono, disturbano i miei ricordi.
I pensieri corrono legati al passato, a momenti belli o brutti.Quelli brutti pesano di più e se gli do corda prendono piede e mi portano lontano, fanno riaffiorare vecchi stati d'animo e paure che oggi mi bloccano l'andare incontro alla vita. 
Stare li ferma nel rimpianto di quel che non è stato. Nel giudizio della mia incapacità. 
Lo so, per tanto tempo ho dato la colpa agli altri dei miei fallimenti e della mia delusione ma veramente non ho mai preso in considerazione i miei limiti e soprattutto la mia ignoranza della vita. 
Mi sono chiusa nella mia scatola, ferma li e da li sono vegetata alimentando condizionamenti che passivamente ho assorbito e fatti miei. 
Ora lo so non è più così ed è una grandissima conquista, devo però superare la paura di aprirmi alla vita per vivere il mio grande desiderio. 
Ho titubanze ed incertezze che mi frenano, qualche volta le riconosco e le mando a quel paese altre volte mi prendono e così sto male e tutto diventa grigio. E si che i colori mi piacciono. 
Ho scatole piene di fili colorati con mille sfumature, mi piace metterle nei miei lavori e vorrei tanto riuscire a metterle nella mia vita. 

Giorgio

 

 

Saper affrontare l'esistenza

I dolori della vita. Continui. 
Affrontato uno se ne presenta un altro. Ed io ho la fortuna di avere accanto un angelo che mi aiuta a comprendere. Sono nata in una famiglia dove ho sentito poco amore.
I soldi sono stati sempre i sovrani dei nostri pensieri e delle nostre azioni. Solo l'incontro con Carla mi ha fatto comprendere che la vita non è questo. 
Certo sono importanti per poter vivere con dignità, ma il senso della vita è qualcosa di molto ma molto più profondo.
Ci sono dei valori che ti fanno vivere nella pulizia. Dentro e fuori. 
C'è il rispetto di te e degli altri che porta amore nelle relazioni, qualunque esse siano. 
Sono contenta perché so che non sto ripetendo delle magnifiche parole ma che cerco, ogni giorno, di vivere con queste spinte che mi fanno bene all'anima.
Grazie Carla

Barbara

 

 

Comprendere: aiuta

Non avevo mai compreso fino ad ora come chiedere scusa fosse così importante. 
Il mio capo prima di andare a fare una vacanza è venuta nel mio ufficio e ha chiesto scusa a me e alla mia collega del suo modo di fare, a volte brusco, della sua intemperanza nel dire le cose, nella facilità dell’eccedere nelle sue parole.
Sono rimasta stupita di questo gesto e l’ho molto apprezzato. Ho compreso che il chiedere scusa ti eleva. Ho sempre pensato che sminuisse la persona, l’ho sempre visto come una debolezza, quasi un’umiliazione, un cadere “in basso”.
Invece nella vita quotidiana anch’io sbotto, a volte esagero e interagisco in malo modo e quasi sempre non mi scuso. 
Non tutte le giornate scorrono serene, talvolta alcune sono pesanti, con problemi opprimenti e si può sbagliare nel comunicare, nell’agire con gli altri. 
Ma si può sempre chiedere scusa, con poco, con questa parola si possono rimarginare,ricucire dei rapporti con le persone che si sono sentite ferite, come mi sono sentita io tante volte. 
Anche questo è rispetto.

Marisa

 

 

 

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