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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

NUMERO 3 - anno 3° - Marzo 2005

PAGINA 1

"Beati quelli che sanno ridere di se stessi:
non finiranno mai di divertirsi !"
Anonimo

 

Un passo di grande utilità

Nello scorso numero del nostro giornale Ego, abbiamo dato notizia di un'importante decisione del Governo, rendere obbligatorio lo studio della Filosofia nelle scuole italiane. Non la storia della filosofia, già ampiamente praticato negli istituti superiori da anni, ma la filosofia come scuola di pensiero e di realizzazione.
Trent'anni di esperienza mi hanno dimostrato che ogni tipo di uomo, colto o no, attraverso la filosofia trova uno stimolo per accrescere la conoscenza di se stesso.
Anzi ho constatato che la comprensione avviene maggiormente in chi ha meno nozioni culturali.
Questo accade perché chi ha letto molto, o studiato, spesso ha memorizzato lo studio senza averlo vissuto in sé, e gli rimane una memoria piena di nozioni intellettuali, ma prive di esperienza. 
Intendo dire che ciò che si studia non sempre è analizzato in noi, perché l'uomo una volta memorizzata un'informazione tende a ripeterla con abitudine, pensando che essa sia unica ed esatta; mentre chi ha letto o studiato poco, ne rimane affascinato, perché gli viene stimolata la ricerca di se stesso, ed è sempre una scoperta nuova, di pensiero, di emozioni, e più va in profondità, e più sente quanto egli abbia spazio in sé. La sua esperienza lo attrae, gli porta chiarezza, perché vive, e quindi vede se stesso, che elimina i propri limiti, le nozioni vissute con abitudine.
La filosofia è uno sperimentare in se stessi, ed è adatta a sviluppare ogni aspetto della nostra esistenza; toglie l'uomo dall'abitudine e lo risveglia verso il rispetto della vita e verso il Creatore.

Carla Orfano

 

Filosofia nelle scuole

Armando Girotti: "La filosofia aiuta ad acquisire un atteggiamento di autonomo giudizio nei confronti della vita, fa diventare uomini liberi, cittadini coscienti, persone responsabili e non soggetti passivi e inerti, o assopiti e indifferenti".

 A tal proposito proponiamo stralci di uno scritto del noto filosofo Armando Girotti di Brescia che da sempre si è battuto per diffondere la conoscenza filosofica.
Il prof. Girotti suggerisce che "L'operazione da compiere nella prospettiva dell'insegnamento della filosofia nella scuola del terzo millennio, va intesa all'interno di un cambio d'ottica che, incidendo sulla professionalità del docente (con ricadute anche sul relativo versante metodologico), lo impegni da una parte a diventare ricercatore del senso della disciplina, e dall'altra a manifestarlo ai suoi studenti. Ne trarrebbe beneficio tutta la scuola se questo assunto venisse adattato a tutte le discipline scolastiche; verrebbero escluse quelle 'materie-scoria' che nel tempo sono diventate dogmatiche e resterebbero solo quelle che effettivamente sviluppano capacità. Se una riforma scegliesse soprattutto le discipline in grado di indurre gli studenti a problematizzare prima e a dare una risposta coerente, logica, non contraddittoria poi, allora la scuola cambierebbe fin dalle fondamenta perché ogni disciplina, acquisendo senso agli occhi degli studenti, li appassionerebbe al sapere più di quanto non accada oggi. E in filosofia non si tratterebbe allora di imparare le risposte dei filosofi, quanto da una parte di sondare le categorie fondamentali con le quali costoro hanno posto le loro domande al mondo, dall'altra di scandagliare le categorie fondamentali della mente, cercando risposte che possano offrire nuovi sviluppi, quand'anche nuovi campi da investigare.
Non credo di essere l'unico al quale sia rimasto nascosto per lungo tempo quel senso fino a quando, incontrando Galilei e Kant, non scoprii nel Saggiatore di Galilei che il mondo è scritto in linguaggio matematico e poi, nella Critica della Ragion Pura di Kant, non compresi che ciò è possibile perché in noi preesistono determinati schematismi. È il linguaggio quantitativo, dunque, quello che unisce la mente del soggetto al mondo esterno; ed essa lo struttura in tal senso perché in quella abitano degli schemi mentali che pongono al mondo delle domande di tipo quantitativo e così il mondo risponde in termini di estensione, o di quantità continua, ed ecco la geometria, o in termini di quantità discreta, ascritta al numero, ed ecco l'aritmetica.
La tesi dunque secondo cui la filosofia serve solo agli studenti di un certo corso di studi e non agli altri, ad esempio agli studenti degli odierni istituti tecnici, tra breve licei anch'essi, è asserzione peregrina; la filosofia interessa la formazione di ogni studente, anche se non proseguirà gli studi filosofici, perché aiuta ad acquisire un atteggiamento di autonomo giudizio nei confronti della vita, fa diventare uomini liberi, cittadini coscienti, persone responsabili e non soggetti passivi e inerti, o assopiti e indifferenti.

Armando Girotti

 

 

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