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Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

NUMERO 3 - anno 3° - Marzo 2005

PAGINA 6

  "La rabbia comincia con la follia, e finisce con il pentimento"   
H. G. Bohn

Stiamo male!

Frase dell'anno, frase del secolo oserei dire che è anche premio Oscar per lo stupore, è stata per me: come si fa a sapere quando la parte negativa sta operando?
Dai babbioni: silenzio totale!
Risposta: stiamo male!.... sgomento generale!
Subito sembrerebbe una cretinata, ma non è così.
Più ci penso e più ne sono convinto! 
È una scoperta a dir poco fantastica meglio ancora della relatività dell'atomo che francamente a me non ha portato nessun giovamento interiore e pensare che è l'uovo di Colombo.....
Adesso quando sento un disagio salire in me, subito penso a quella frase, sorrido e spesso mi previene l'ulteriore malessere. 
Da solo non ci sarei mai arrivato!
Cristo! E' la seconda volte che Carla mi sorprende!
La prima è stata quando mi fece capire che si può volere restare legato al proprio dolore per paura di restare solo.
Carla sono Bernadette! 
Sono in ginocchio e aspetto da te la terza rivelazione.

Piero Cavallo

 

Piango

Scrivo, lo leggo e piango! 
Un po' come dire come vado, l'ammazzo e torno! 
In me è nata la sindrome della madonnina di Civitavecchia! 
Piango, piango per quello che scrivo. 
Significa che mi emoziono, significa che mi piaccio. Non trovo difficoltà per scrivere quello che c'è dentro me: in me c'è la pietà di Michelangelo!
Saprei scrivere qualsiasi mia emozione, in un attimo, perché non ho bisogno di pensare!
Ho i capelli lunghi, la barba incolta, sono vestito con una tunica bianca, sono Cristo!
Quello che scrivo è il vangelo secondo me!
Quello che scrivo verrà letto da molti fedeli perché quello che scrivo è la mia verità! Quello che scrivo è la verità che c'è in molti di voi!
Scrivo il mio amore, la mia pietà! 
Vorrei fare un miracolo anch'io, ma forse questo è già avvenuto!
Mica per questo adesso finirò sulla croce!!!

P. C.

 

 

Troppo pensare

Mi sento come se avessi lasciato andare troppo i pensieri. Pensieri castranti. Sono esausta. Questo continuo pensare mi lascia esausta.
I pensieri: vedo il loro gioco, il loro potere, si insinuano silenziosi e poi, quando sono entrati, diventano un tumulto, mi lacerano. 
Sono loro che occupano le mie speranze, che non mi fanno vivere il presente. E ci ricasco ogni volta.
Continuo a dare a queste serpi tutta la forza, tutta la forza che è mia, che potrei adoperare per uscire da loro.
I pensieri: la mia dannata compagnia. Anche quando siamo soli, non siamo mai soli. 
Ci sono loro che si impossessano del tempo, della mente. E ci portano dove vogliono. Ci fanno vedere le cose distorte, per farci soffrire di più, per ingannarci.
Ci tolgono di mezzo, fanno i padroni. Ma se voglio, posso uscirne. Posso fermare questa cavalcata impazzita.
È il momento in cui mi chiedo: "Io dove sono?" È il momento in cui torno ad esserci. Presente!
E allora capisco che la forza dei miei pensieri è la mia: tanto forte da schiacciarmi, ma anche tanto forte da dissolverli. Da che parte sta allora la mia forza?
Come la dirigo in questa grande dualità? Io da che parte sto? Voglio una vita solo castrata dai pensieri o voglio vivere fortificata dall'azione, dal fare, dal mio procedere cosciente, con energia?
È vero che chi si ferma è perduto.
Chi si ferma comincia a pensare. E quasi mai sono pensieri positivi.
Ecco perché è importante "esserci", andare avanti, avere un obiettivo, sapere e decidere in quale direzione andare.
Altrimenti si "vaga". 
Ecco la parola "vagabondo", si diventa vagabondi, si perde la strada.
Com'è importante vederci chiaro! 
Com'è importante pulire le nostre lenti per vederci chiaro, prendersi la responsabilità di noi, prendere in mano la nostra vita.
Perché non dobbiamo darla in mano a nessun altro!
Non dobbiamo svenderla, in cambio di trenta denari.

Rosanna

 

 

Carciofone
(è un invito a non cedere)

Ogni donna dovrebbe fare ricerca interiore perché così facendo potrebbe non diventare un carciofone.
In giro quanti carciofi! 
Quanti cadaveri carciofati, senza forza, senza sprint Alfa Romeo Giulietta.
Come si fa a diventare carciofone?
Non devi proprio fare nulla: stai ferma e pensa tutto il tempo che vuoi fino a che il cervello col tempo si frolla e ben stufato trasmette al corpo di arrendersi e di appassire.
A questo punto appartieni alla Legion d'onore dei carciofoni.
I carciofoni li puoi vedere a centinaia in giro, più spesso al mare d'inverno tra Imperia e Savona, con capelli color paglia e fieno e con capelli color vaniglia nelle varietà indivia, lattuga da taglio e cavolo rapa!

Piero

 

La miseria

La miseria è stare sempre lì, nel bisogno, nell'aspettativa. 
Nel bisogno che l'altro sia come io ho bisogno, che l'altro mi dia le risposte al mio bisogno, che risponda e dica come io mi aspetto, che dica le parole, le frasi che io mi aspetto, che riconosca quello che io mi aspetto, che mi ascolti quando io ho bisogno e viva la stessa mia emozione di quel momento, che non mi dica cose brutte quando io non le voglio sentire, che non abbia la faccia brutta, visto che io ho bisogno di vedere una faccia bella.
La miseria è andare avanti nella vita come in un carro allegorico del carnevale, lui va avanti e tu sei dietro, e tu sei sopra, e lo cavalchi come se tutto fosse vero, come se quello fosse la tua vita, il tuo essere nella vita, il tuo muoverti nella vita, ed aspettarti per giunta che ti dicano pure che è grande, maestoso, colorato, splendente, ed è solo un carro enorme, ingombrante, chiassoso, falso.
Falso come tutto quello che è il mio bisogno, la mia aspettativa, falso perché non vivo il mio amore, non vivo me, eppure è vero quando ci sono dentro, quando ci sono sopra, quando mi immedesimo totalmente in quel mostruoso carro.
Tutta la vita così, e creduta anche giusta, vera, ma io so che non è così, eppure è così. 
Ma io voglio saltare giù da questo carro ed essere io, piccola, ma io, io con le mie tenerezze, le mie piccole ed immense gioie, le mie scoperte, i miei 50 anni e passa, e non aver paura di scoprire ancora di quante cose è fatto il mio carro allegorico che non dura solo un carnevale, ma anni, anni, anni, ed ora devo smontarlo, devo scendere e vivere la mia vita vera.

Giovanna

 

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