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Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

N° 2-3 - anno 6° - Febbraio-Marzo 2008

PAGINA 1

   "Nell'economia sono pericolosi gli zeri che stanno dietro,   
nella politica quelli che stanno davanti"   
Ronald Searle

La "voce" senza suono

Quante volte abbiamo sentito in noi, di fronte ad una scelta necessaria per l’evoluzione, quel messaggio che arriva da ogni nostra cellula e ci dice di seguire una direzione anziché un’altra.
Quante volte, prima di una nostra brutta azione, sentiamo quella voce senza suono, ma chiara, limpida, che ci avvisa di non fare quell’azione negativa.
Questi richiami interiori esistono soltanto nell’uomo, e solo in lui. 
Sono messaggi chiari che arrivano dalla nostra anima.
Il problema è che l’uomo poche volte analizza se stesso e, da buon incosciente, vive questi segnali con abitudine.
Facciamo degli esempi: noi gustiamo a tavola il cibo, ma la digestione la ignoriamo.
Respiriamo, ma non ci rendiamo conto che ciò porta ossigeno ai polmoni e ci fa vivere. 
Lo sappiamo, tuttavia poche volte riflettiamo su questo. 
C’è un altro aspetto da osservare.
L’uomo, ancora oggi, anziché seguire e cercare di conoscere se stesso, si ignora.
Al posto del benessere, che offre la conoscenza, antepone il solo benessere materiale. 
Ciò non significa che non si debba vivere la materia, ma bisognerebbe viverla con la comprensione che la materia è di passaggio; in questo caso l’uomo sentirebbe unione con il tutto.
Se non ascoltiamo la nostra parte profonda, si rischia di cadere in convinzioni distorte. 
È da comprendere con chiarezza che “la voce senza suono” non ci indica quei messaggi creati dai nostri condizionamenti in cui ci siamo identificati. 
C’è il pericolo di incorrere in credenze che portano a superstizioni.
In questo caso l’uomo traballa, perde la capacità di usare il buon senso e la propria intelligenza, le quali, assieme alla volontà, porterebbero a compimento l’evoluzione.
Riprendendo il discorso della “voce senza suono”, essa è in noi per aiutarci a vivere meglio la nostra esistenza, ed a non sbagliare, onde avere nella memoria meno errori da correggere. 
Questo significa nel pratico “vivere il cuore”.
Ma attenzione: abbiamo tante altre voci che si possono sostituire a quella giusta, che si mascherano per apparire verità, che ci tengono in loro potere.
Anche queste sono senza suono. 
C’è però un modo per distinguere quella positiva da quella negativa. 
Quella giusta ha la funzione di guida nella vita, ed aiuta l’uomo nella sua vera espressione: in tal modo l’uomo sente espandere la propria coscienza.
Quella sbagliata ha il compito di bloccare la giusta evoluzione e creare dolore e sofferenza: l’uomo si sente bloccato, chiuso. 
Da ciò si comprende quanto l’uomo è legato alla propria sofferenza, e riesce a svincolarsi da essa solo con grande difficoltà.

Carla Orfano

 

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